La storia di Sara, una ragazzina che lentamente cade in una malattia, quasi esclusivamente femminile, in crescente diffusione: l'anoressia. E' una malattia che conosco poco. Il registra Marco Pozzi e la sceneggiatrice Paola Rota hanno invece a lungo indagato a riguardo prima di scrivere il film, vincitore del Premio Fiuggi Family Festival alla 67 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Alla base l'ossessione di sentirsi belle perché magre. "38 peso perfetto" scrive Sara (brava Benedetta Gargari, premiata come migliore attrice al 29esimo Festival del Cinema Italiano di Annecy), quando la sua altezza vorrebbe non meno di 50 kg per stare bene. Si comincia con il mangiare compulsivo a cui poi segue il vomito auto-procurato, ma l'agognato 38 richiede sforzi ulteriori e solo quello, pur unito ad un'attività sportiva intensa, non basta. Sara mette in pratica una sorta di decalogo, regole al limite della tortura pur di bruciare calorie. Non basterà mai, quindi lentamente la "soluzione finale" non potrà che essere la rinuncia al cibo. A lungo riuscirà a tenere nascosto il suo problema, poi inevitabilmente i genitori se ne accorgeranno, così come i compagni di classe, e inizierà una nuova fase...
Pur con la visione del film la mia ignoranza permane e permarrà, ma ho potuto avere una visione diretta di cose sentite raccontare e in quanto genitore, mettendomi nei panni di quelli di Sara (interpretati da Gianmarco Tognazzi e Sonia Bergamasco), immedesimarmi in quel senso d'impotenza, molto ben rappresentato, che si prova verso qualsiasi problema di tipo psicologico/comportamentale dei figli, l'anoressia essendone una delle condizioni limite. Ci si fanno domande senza quasi mai trovare risposte e il film risposte, in alcun senso, non ne dà né potrebbe darne. Sara si costruisce un suo mondo pur interagendo con l'esterno, ma l'ossessione del dimagrimento supera tutto in priorità. La morte della nonna (Isa Barzizza) pare toglierle il solo vero affetto che le restava, ma non si può dire che i genitori non gliene dessero, o che avesse problemi relazionali coi coetanei se non di ordinaria amministrazione per l'età. L'anoressia si può nascondere a lungo. A parte il dimagrimento è quasi asintomatica fino a quando il corpo non comincia ad avvicinarsi ai suoi limiti, ma in quel momento è anche molto tardi per poter intervenire e molte ragazze e donne non riescono proprio più ad uscirne. Molte ne muoiono.
Si legge nel comunicato stampa: "Questa patologia, che insieme alla bulimia causa maggiore mortalità tra i giovani delle stragi del sabato sera, viene indagata dall’autore attraverso il punto di vista della quindicenne Sara senza però alcun compiacimento voyeuristico o morbosità, ma cercando di restituire le sensazioni e le debolezze della protagonista. Mi interessava la dimensione mentale della malattia - afferma Marco Pozzi - non il corpo che si scarnifica. Lo scandalo senza scandalo."
Diciamo anche che rappresentare il corpo che si scarnifica richiede tempi e sacrifici da parte degli attori che non sono comuni. Posso qui ricordare le eccezionali performance di Christian Bale in "L'uomo senza sonno", ho quella di Michael Fassbender in "Hunger", per fare un esempio più recente superbamente recensito da Napoleone. Ce ne sono anche altri di esempi, ma si poteva chiedere tanto alla graziosa Benedetta Gargari? Ci voleva il sadismo dei registi dei seventies, italiani e non, tanto apprezzati da queste parti...
Una visione che consiglio fortemente.
Da un pezzo volevo vederlo, ad Aprile è finalmente uscito anche se in sale d'essai, a due anni dalla produzione. Per sapere dove e quando vederlo si può seguire la pagina facebook. A Milano è ancora disponibile fino a domenica 27 Maggio al mitico Mexico, storico cinema al quale auguro vita eterna.
Robydick