Protagonista della vicenda è infatti Malefica, la fata dipinta in tutte le storie come cattiva e che lancia il sortilegio sulla Principessa Aurora. Qui Malefica è una fata buona che nasce e vive nella “brughiera”, una terra incantata al confine con il regno degli uomini. Malefica conoscerà ben presto un umano, Stefano, del quale si innamora. Stefano, però, fra l’amore e l’ambizione sceglie quest’ultima e si allontana da Malefica, che diventerà la protettrice della brughiera dagli assalti umani. Quando il Re chiede vendetta su Malefica e promette in ricompensa la corona, Stefano torna dall’amata ma invece di ucciderla le strappa le ali. Malefica si convince che il vero amore non esiste e medita vendetta su Stefano, raggiungendola quando nasce sua figlia Aurora, sulla quale scaglia la maledizione. Con il passare degli anni, Malefica segue la crescita della bambina e la aiuta sempre più spesso, tanto che cerca anche di annullare il maleficio senza risultati.
Da notare gli zigomi affilati come lame di Angelina
Malefica è quindi il “buono” della situazione: la donna tradita dall’ingordigia della persona che amava e che vuole solo ottenere vendetta, mentre il Re Stefano assume i panni del cattivo di turno. Viene buttato nel cesso il vecchio e superato concetto di “strega cattiva” e di “principe azzurro”, arrivando a nuove verità sicuramente più moderne e meno dogmatiche delle precedenti. Malefica fa sì del male, ma solo come risultato del suo cuore spezzato, per poi tornare sui suoi passi quando capisce che invece di infliggere la punizione a una povera bimba innocente, si sarebbe dovuta concentrare sul suo vero “nemico”. Ovviamente è presente anche la figura del principe azzurro, interpretato da un bebbolo clamoroso che compare in tre scene e non serve a una mazza di nulla, se non a dimostrare che l’amore non si limita alla sua forma primordiale tra innamorati. Alcuni spunti della pellicola sono sicuramente efficaci e ben rappresentati.
Per stringere: il film è puro intrattenimento con una piccola dose di riflessione (ma abbastanza piccola, eh). Sicuramente un esperimento ben riuscito di abbattimento degli standard narrativi della stessa Disney, per creare qualcosa di diverso dal solito.