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Maleficent: un bellissimo film (con un retrogusto di insoddisfazione)

Creato il 02 giugno 2014 da Marianocervone @marianocervone
Maleficent: un bellissimo film (con un retrogusto di insoddisfazione)
Maleficent: un bellissimo film (con un retrogusto di insoddisfazione) Grimilde vuole essere la più bella del reame, la matrigna di Cenerentola vuol far sposare una delle sue orrende figlie, Ursula vuole il regno di Tritone al posto della Sirenetta, mentre Crudelia Demon vuol farsi una pelliccia di dalmata. La maggior parte delle cattive Disney sono tutte guidate, a loro modo, da ragioni che le spingono ad essere cattive, ma quando pensi a Malefica, che lancia il maleficio alla bella addormentata, dai solo per scontato che sia cattiva. Non c’è in effetti una reale ragione per cui questo villain debba avercela con una bimba in fasce. Pensi che possa essere gelosia la sua, quasi impensabile che tanta cattiveria provenga da un mancato invito ad un ricevimento reale. Cosa c’è prima di quel giorno del battesimo? A 55 anni esatti dal cartone animato de La Bella Addormentata nel Bosco, Walt Disney prova a rispondere a questa domanda, immaginando cosa abbia spinto l’affascinante strega, una delle cattive più amate di sempre, ad essere tanto crudele. Lo fa in live action con Maleficent: messe da parte matite e cancellino, affida il ruolo di malvagia al Premio Oscar Angelina Jolie che diventa l’essenza stessa di Malefica, con una somiglianza visiva e ricostruzione dei costumi davvero straordinaria. Sin dal trailer e, diciamolo, dalla scelta degli attori, si evince subito che Aurora, il Principe e le fate madrine hanno nel film un ruolo del tutto marginale. La scelta della Bella Addormentata poteva ricadere su Emma Watson, Emma Stone o Amanda Seyfried, e invece è stata selezionata la giovanissima esordiente Elle Fanning, bella sì, ma quasi sin troppo sconosciuta e scialba nella pellicola affinché il pubblico le presti la dovuta attenzione. Così come è superato ormai per il principe il compito di cavaliere servente e salvare la sua futura sposa. Da Come d’Incanto a Raperonzolo, passando per Frozen, sono tante ormai le eroine della casa di Topolino, memori forse di Sex and the City, che decidono di svegliarsi e salvarsi da sole, nell’attesa però di essere comunque sorprese dal grande amore. Il film si apre con l’infanzia della protagonista, che diventa, a suo modo, a dispetto di corna e ali da falco, una fata, la più potente del regno delle fate, oltre la brughiera. Per chi si aspetta una versione reale del cartone animato del 1959, resterà però deluso. Maleficent infatti ribalta la storia originale Disney e la sconfessa, raccontandola non solo da un punto di vista inedito, quello della cattiva, ma andando al di là della storia stessa, con un inedito incontro e rapporto d’amicizia e stima tra la malvagia strega (pardon, fata), e la dolce e ingenua Aurora. Le tre fate madrine, qui con nomi assurdi, come Giuggiola, Verdelia e Fiorina, sono svampite al limite della stupidità, mentre il Principe Filippo, interpretato dall’australiano Brenton Thwaites, è più simile ad uno dei protagonisti spagnoli de “Il Segreto” che all’aitante principe del cartone animato. Come molti fantasy lo script risente molto degli artifizi e delle inquadrature strategiche e veloci atte ad enfatizzare una proiezione (del tutto inutile) anche in 3D. Guardandolo, sia ha forse la sensazione che, a metà film, non si sa che strada far prendere all’affascinante Malefica: malvagia senza cuore o (impropria) “fata madrina”? Il risultato è più quello di una fata dispettosa in via di redenzione, che lascia il pubblico non senza qualche riserva. Ma Maleficent è un film che sa emozionare e far piangere, con una Angelina Jolie bellissima che nemmeno l’aspetto demoniaco è riuscito ad imbruttire davvero. A conti fatti però il film lascia un vago retrogusto di insoddisfazione, benché il finale sia tutt’altro che scontato.

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