In questi giorni , anche se i media italiani non ne parlano affatto,si sta registrando, in Africa, un aumento dei rifugiati nei Paesi confinanti con il Mali a causa della conflittualità armata, permanente e continuativa, in corso nel Paese tra le forze governative maliane e i ribelli del Movimento Nazionale per la liberazione dell'Azawad.
La notizia è stata resa nota giorni fa dall'ACNUR, l'agenzia ONU per i Rifugiati, con un appello successivo alla comunità internazionale, affinché faccia fronte economicamente ai bisogni del momento con una cifra, che viene stimata intorno ai 35,6 milioni di dollari.
Per quanto riguarda, infatti, il numero degli sfollati ,sempre nel Rapporto -Acnur, è scritto,a partire da metà gennaio fino ad oggi, di circa 130mila persone che sono state costrette ad abbandonare le case.
Numeri alla mano le cose stanno così anche se, quasi certamente, il numero delle persone in disagio è destinato a salire.
In Niger, ad esempio, sono stati registrati 28.858 arrivi di maliani; 22.958 sono giunti, invece, in Mauritania e , infine, 17.499 in Burkina Faso.
Si stima inoltre che circa 60mila persone siano sfollate all'interno dello stesso Mali, nella parte settentrionale del paese, ed abbiano bisogno dunque di assistenza.
In conclusione le richieste in denaro dell'Acnur servirebbero a coprire le necessità di 85mila persone almeno fino a luglio 2012.
Sarebbe, quindi, necessario e improrogabile, allo scopo d'evitare l'ennesima tragedia umanitaria, aprire i cordoni della borsa anche se i tempi, un po' per tutti i Paesi sono, oggi, nel mondo, effettivamente quelli delle vacche magre.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)