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Mali /Una notizia inaspettata ma prevedibile /E la soluzione ancora troppo lontana

Creato il 22 ottobre 2012 da Marianna06

 

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Per complicare ulteriormente la situazione maliana ci voleva anche l’arrivo, nel fine settimana scorso, di un  centinaia di jihadisti, ben armati  e sufficientemente equipaggiati, nel nord del Paese.

Un nord, che sappiamo già messo a dura prova dall’isolamento da Bamako e dalla notevole precarietà di mezzi di ogni genere, dal cibo alle medicine e , inoltre,con grosse difficoltà logistiche per quanto riguarda  la possibilità di ricevere dall’esterno qualsiasi forma di aiuto.

Questi jihadisti giungono, a quello che  si è capito, dal Sudan di el Bashir, dalla Tunisia, dal Senegal, dalla Costa d’Avorio, dall’Algeria e dal Niger.

E alcuni provengono addirittura dai campi profughi sarhrawi di Tindouf ,in Algeria.

La motivazione ufficiale è uguale per tutti : l’aiuto doveroso ai fratelli musulmani contro i miscredenti.

In realtà si tratta di  uomini politicamente manipolati dalla Jihad africana, strettamente legata  al terrorismo rivoluzionario di Al Quaida.

 Per di più  è gente che non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare, nella ricerca di riuscire a darsi un ruolo certo e garantirsi, nella propria quotidianità, almeno  un pasto al giorno.

Il loro arrivo è da collegarsi probabilmente alla solidarietà manifestamente espressa, alcuni giorni addietro, da Onu, dai paesi della Cedeao (Comunità economica dell’Africa occidentale) e dell’ Unione Africana alle autorità di Bamako per una soluzione negoziale senza ricorso alle armi.

E in più, occorre tenere presente che gli stessi capi di Ansar Al Din e del Movimento di nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla), entrambi per un’autonomia amministrativa del popolo tuareg dal potere centrale della capitale,deposte le rivalità, pare stiano provando a cercare anch’essi un’intesa.

Quello che piuttosto viene chiesto, senza transigere e da più parti, soprattutto dall’Unione Europea e dalla Francia in particolare, che ha ripreso ad addestrare le truppe maliane dopo l’interruzione dal marzo scorso, data del golpe militare,  è  di sospendere la cooperazione con  il Qatar e altri Paesi analoghi, sostenitori di quegli islamici, che hanno preso il controllo del nord del Mali.

E questo lo dice apertamente anche l’opposizione interna al presidente  Dioncounda Traoré, il quale, manco a dirsi, in questi giorni è in visita ufficiale proprio nel Qatar.

Come  è  già stato per la Siria, con le terribili conseguenze che tutti abbiamo avuto modo di vedere, anche per il Mali da certe amicizie un tantino “pericolose” sarebbe forse il caso di stare alla larga.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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