Mali / Una riflessione in merito al cambio della guardia

Creato il 13 aprile 2012 da Marianna06

      

Con la cerimonia d’investitura della carica di presidente ad interim del Mali,avvenuta ufficialmente  ieri, Dioncounda Traoré, ci  prova a riportare la calma nel Paese e garantire ordine e sicurezza dopo l’avvenuto colpo di stato del 21 marzo scorso.

Dioncounda Traoré, già presidente dell’Assemblea Nazionale maliana, un settantenne con laurea in scienze matematiche, i cui studi sono stati compiuti in prevalenza in Mali, impegnato in politica e nel sindacalismo da sempre, è affiancato  al momento dal capitano Sanogo, autore del golpe, che ha costretto alla fuga e alle dimissioni l’ex-presidente Amadou Toumani Touré unitamente ad altri politici del precedente governo.

Sanogo, sempre nel corso della  stessa cerimonia, si è affrettato a dichiarare ufficialmente chiusa  la crisi maliana.

Ma la crisi invece è  apertissima.

Le prossime elezioni sono a data da destinarsi. E questo già vuol dire tempi lunghi per quelle che sono le garanzie di una vita politica ,che possa scorrere regolarmente e all’insegna di una probabile democrazia.

 E non è bene.

Questo cambio  del presidente con una personalità che senz’altro privilegerà ,con la dovuta energia, il proprio Paese e non sarà affatto il burattino di turno nelle mani di potenze straniere, come la Francia, fa riflettere.

E fa ipotizzare o almeno sperare in  un’Africa che ha cominciato finalmente ad aprire gli occhi sul proprio futuro, che intende difendere da eventuali ingerenze esterne.

 E questo  è bene.

 Anzi direi molto bene.

Quando si è parlato del golpe del 21 marzo , non si sono taciute le grosse difficoltà economiche in cui versa attualmente il Mali, ragion per cui un esercito mal equipaggiato era destinato a sconfitta certa e a morte sicura contro i ribelli del Mnla, che rivendicano l’Azawad, dove nel sottosuolo ci sono le ricchezze del Paese, che fanno gola a tutti.

Si è detto  allora che era un golpe “tiepido” ma forse i golpisti avevano , più della presidenza e della lobby politica del momento, ben chiaro il reale polso della situazione. E cioè tanto  malessere e tanta povertà diffusa.

Si sa che in Africa i giochi di potere sono all’ordine del giorno per accaparrarsi cariche a vita.

Li conosciamo bene  i diversi padri-padroni inossidabili d’Africa.

Quindi ben venga quest’uomo “nuovo” se s’impegnerà effettivamente per il bene del Paese e della sua gente.

Quello che si vorrebbe da lui però, in attesa di una regolarizzazione della vita politica, ad elezioni avvenute, è che non ci siano altro spargimento di sangue e devastazioni.

E questo in relazione alle sue stesse dichiarazione di combattente  per l’unità del Paese contro i Tuareg e i loro compagnoni interessati ad ogni genere di bottino, cioé le sette islamiche fondamentaliste, che stanno approfittando del caos per inserirsi stabilmente nella vita politica e sociale del Mali con le conseguenze, quanto ad oscurantismo, che non è difficile immaginare.

Al momento anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, poco propenso ad interventi, resta fermo in attesa di osservare quelli che potranno essere gli sviluppi  prossimi venturi.

E così anche l'opinione pubblica internazionale, che non è stata neanche ampiamente informata dai media.

Se non dalla stampa di settore.

Noi intanto ci auguriamo, per amore di pace, che Dioncounda Traoré possa essere sul serio la "carta" vincente.

E che i maliani possano ritornare a vivere in corcordia e serenità.

Senza tralasciare però di dare la dovuta assistenza alle notevoli sacche di povertà purtroppo ancora presenti nel Paese.

Specie  quelle,  troppo spesso dimenticate , nelle regioni del nord ,dove  ribelli e  fondamentalisti  hanno buon gioco.

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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