Malouda e i suoi fratelli: la favola del Metz

Creato il 29 settembre 2014 da Marco Santi Trombetta @MarcoSantiii

Quattordici punti in classifica dopo le prime otto giornate, gli stessi del PSG ma con una rosa che vale un quindicesimo di quella dei parigini. Stiamo parlando del Metz, la faccia pulita della Ligue 1.

Al patron del PSG basterebbero 25 milioni – la metà di quanto speso per David Luiz – per comprare l’intero lotto di giocatori della squadra granata. Compreso Florent Malouda, tornato in Francia a quasi dieci anni di distanza per diventare il leader indiscusso dei granata. Con lui in campo dal primo minuto il Metz ha infilato tre vittorie consecutive, segnando sette reti e subendone appena una. Un bilancio stratosferico, ottenuto anche grazie ai 4 goal di tale Juan Manuel Falcon, venezuelano classe ’89 alla prima esperienza in Europa.

Nella squadra che ha consacrato il talento di Miralem Pjanic, stanno crescendo giovani comeBussman e Ngbakoto e i tifosi che hanno vissuto l’ultima grande generazione del Metz sono tornati a sognare. Impossibile per loro dimenticare l’incredibile trionfo in Coppa delle Coppe contro il Barcellona nel 1984: i granata erano stati sconfitti in casa per 4-2 dai blaugrana, ma si imposero con un clamoroso 4-1 al Camp Nou dopo essere andati anche sotto di una rete.

E come dimenticare il titolo di campioni di Francia sfumato soltanto per peggior differenza reti nei confronti del Lens nella stagione 1997/98.  In quel Metz lì ci giocavano due vecchie conoscenze del calcio italiano come Song e Blanchard, ma anche un giovanissimo Robert Pires e il talento emergente Louis Saha. Quella squadra era sicuramente più completa e forte di questa, ma nella città del ‘Graoully’ – la figura mitologica presente nello stemma del Metz che lo scrittore François Rabelais ha descritto come “mostruosa, ridicola, repugnante e spaventosa pei bambini” – sono curiosi di come va a finire la favola di Malouda e i suoi fratelli.

Favole e magie sono del resto il tema di questa ottava giornata, visto che a Marsiglia il ‘Loco’ è diventato il ‘Magico’. Il Saint-Etienne era l’avversario giusto per testare il reale grado di maturità della squadra di Bielsa, che con grande forza ed equilibrio ha superato anche questa prova. Il tecnico argentino ha trasformato Imbula in un gigante ed ha vinto per la sesta volta di fila, nonostante bomber Gignac non abbia timbrato il cartellino. Lo straordinario periodo di forma dell’OM è certificato dall’unica rete subita e dai 18 goal segnati, 21 in totale, quanto PSG e Monacomessi insieme.

Ma se a Parigi soffrono il mal di Ibrahimovic - senza di lui in campo la percentuale di vittorie scende dal 70 al 50% – e le continue critiche della stampa che invoca il ritorno di Leonardo, a Montecarlo hanno ormai capito che questa sarà un’annata di sofferenze. La squadra di Jardim sembrava essere in netta ripresa, ma la sconfitta al Louis II nel derby contro il Nizza ha gettato nuovamente l’intero ambiente nello sconforto.

Un goal di Origi ha riportato il Lille tra le prime tre, anche se l’impressione è che quest’anno la squadra di Girard non sia attrezzata per agganciare nuovamente la qualificazione in Champions. Lo è molto di più il Bordeaux, che allo Chaban-Delmas ha infilato la terza vittoria su quattro e condannato il Rennes al terzo ko consecutivo. Protagonista del match è stato il 20enne Thomas Toure, autore dell’assist per Khazri e dello splendido goal da tre punti allo scadere. Il ragazzo ha talento, ne sentiremo parlare.



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