Incursione di un giorno nella magica Gerusalemme, ma ci ritornerò senz'altro, quella certa sacralità che aleggia entro le vecchie mura di Solimano il Magnifico scuote lo spirito impigrito negli ozi di Capua della secolare Tel- Aviv. Colpo di fortuna! ( penso in realtà a una parola di solo 4 lettere che finisce per "o"). Arrivo all'orario giusto per accedere alla spianata del Tempio, Haram Ash-Sharif, non sempre aperta e comunque per sole due ore al giorno. Non ci mettevo piede dal '99 ed è un luogo eccezziunale veramente. La brutta novità è che non si entra nè alla Moschea Al- Aqsa (uno dei luoghi più belli visti in vita mia) nè al Duomo della Roccia Nera, il massimo è solo spiare dai vetri esterni, per ragioni politiche spiegano. Nei miei viaggi ho sempre potuto accedere a quasi tutti i luoghi sacri che ho incontrato, solo nelle moschee e in taluni templi induisti le porte rimangono chiuse per gli infedeli... Pazienza, già poter essere su quell'area è un dono immenso perché vi si respira un'atmosfera particolare che non so descrivere, di silenzio e di ineffabile.Gli ebrei ortodossi non ci metterebbero piede per nulla al mondo, l'area è troppo sacra, si rischierebbe di calpestare il luogo dove il re Salomone costruendo il primo tempio all'incirca 1000 anni prima dell'era volgare avrebbe posato l'Arca dell'Alleanza, il segno visibile della presenza del Trascendente fra gli uomini (una cassa di legno di acacia rivestita d'oro all'interno ed all'esterno) fatta costruire da Mosé su ordine del Divino e che conteneva Le Tavole della Legge ricevute nel deserto.
Dopo un giro di alcune ore nel sacro delle tre religioni, per non rischiare l'ascesa mistica urgeva decomprimere e uscendo dalla Città Vecchia attraverso la Porta di Jaffa mi sono fatta un'abbuffata simbolica di profano in Mamilla Avenue. Che meraviglia!!!!
Tanto per cominciare è un lunghissimo viale con la monumentalità del cardo romano costruito come tutta la città del resto con quella bellissima pietra naturale particolare fatta di sabbia, alghe, calcare, fossili, detta appunto la pietra di Gerusalemme. In secondo luogo è situata in una posizione straordinaria perché subito fuori a ridosso delle mura che illuminate la sera sono uno sballo. Terzo mi sembra una riuscitissima sintesi di antico e moderno. Mamilla a metà '800 fu il primo quartiere a espandersi fuori dalla città vecchia e lo sviluppo continuò fino al 1948 per poi declinare con la guerra e la ripartizione delle zone fra arabi e ebrei. Per quasi 20 anni la valle che divideva l'ovest e l'est è stata terra di nessuno. La riunificazione del 1967 ha poi di nuovo stimolato appetiti ed investimenti immobiliari e Mamilla è diventato un quartiere super chic ( alcuni blocchi di pietra delle costruzioni sono numerati proprio perché sono parte di edifici precedenti distrutti o demoliti) e in alto troneggia l'Hotel King David, luogo storico di tanti accordi politici della storia di Israele.
Certo che è tutto un negozio e una boutique, mi dispiace, ma anche il fare mercato è una storia antica.
Sempre a Mamilla avenue e sempre a proposito di profano ho visto un giovane a cavallo fra tradizione e modernità,
uno con cellulare in mano e due cappelli in testa, non si sa mai, meglio andare sul sicuro
e una bellissima scultura di due che ballano il tango
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