Questo articolo mi è capitato sott’occhio al momento giusto, in un periodo in cui sto facendo delle riflessioni sull’educazione delle mie figlie. Parto da lontano. Come ho già detto in altri post, ho avuto un’educazione severa e rigorosa, con poco spazio per gli apprezzamenti entusiastici e molta spinta a fare sempre di più, a considerare un risultato nella media come mediocre e un risultato buono solo un nostro dovere. Anche se quando ero piccola mi sarebbe piaciuto ovviamente ricevere apprezzamenti più espliciti e calorosi, devo riconoscere che questo stile ha avuto i suoi effetti positivi e ha aiutato a formare persone (me e i miei fratelli) responsabili, serie e che hanno avuto in questa parte di vita discreti successi, personali e professionali. Mi viene naturale quindi essere piuttosto severa con le mie figlie, vuoi perché fa parte della storia che mi porto dentro, vuoi perché ne ho visti gli effetti su di me. Sono poco accondiscendente, sempre all’erta e poco incline a un atteggiamento lasco. Constato che ogni nostro gesto, grande o piccolo, lascia su di loro un segno e questo mi fa sentire moltissimo la responsabilità di non mollare mai la presa ed essere sempre “sul pezzo”, con l’esempio in primis e con lo sguardo vigile poi.
Però poi le guardo bene mi dico che sono proprio due brave bambine, che i loro capricci sono comunque relativi e normali, che le loro disobbedienze sono piccole cose, che sono educate e rispettose e tante altre belle cose.
Mi sto dicendo che forse non hanno bisogno di tanto rigore, coerenza e costanza potrebbero essere sufficienti. Un modo di pormi più “leggero” potrebbe invece favorire l’esprimersi delle loro personalità e del loro vero potenziale. Riconoscere apertamente i loro meriti, lodandole per l’impegno che hanno messo in una certa cosa farebbe aprire le loro ali con maggior vigore. Mi è capitato di recente un episodio che ho trovato illuminante. Sara sta imparando a leggere e deve fare esercizio, cosa che non la esalta alla follia perché ovviamente fa fatica. Io sono stata presente nel ricordarle la lettura quotidiana, e l’altra sera ho davvero notato i suoi progressi. Quando le ho fatto i complimenti per gli sforzi che erano premiati da una lettura più sciolta, lei mi ha guardato con un sorriso ampio e con tenerezza infinita mi ha detto “grazie mamma”. Ha anche ringraziato Francesca che mi aveva appena dettato “Sara è migliorata tanto quando legge” dicendole ”grazie Franci per i complimenti” e l’ha abbracciata. Ho pensato: ha bisogno di queste spinte, è abbastanza responsabile da fare il resto da sola. Mi sono detta: se mollo un po’ la presa non le faccio del male, anzi, forse l’aiuterei a sviluppare il suo vero io e a essere più sicura di quello che è perché le darei più possibilità di farlo da sola.
Cosa ne pensate? Voi che mamme siete?
PS magari state pensando che sono una mamma fredda, in realtà sono una mamma molto coccolona