Regia di Pier Paolo Pasolini
con Anna Magnani (Mamma Roma) Ettore Garofolo (Ettore), Franco Citti (Carmine), Silvana Corsini (Bruna), Luisa Loiano (Biancofiore), Paolo Volponi (il Prete), Luciano Gonini (Zaccaria), Vittorio La Paglia (il signor Pellissier), Piero Morgia (Piero), Franco Ceccarelli (Carletto), Marcello Sorrentino (Tonino), Sandro Meschino (Pasquale)
PAESE: Italia 1962
GENERE: Drammatico
DURATA: 102′
Quando il suo pappone si sposa, la prostituta Mamma Roma si ritira dalla strada e accoglie a vivere con se, in un appartamento dei sobborghi romani, il figlio sedicenne Ettore. Con tutti i mezzi possibili tenta di innalzarlo dalla sua misera condizione di sottoproletario, ma il ritorno del suo pappone e la totale mancanza di prospettive farà finire i suoi sogni in tragedia…
Come il precedente Accattone (1961), Mamma Roma offre uno spietato ma preciso ritratto del sottoproletariato italiano del dopoguerra, incapace di innalzarsi dalla propria mediocre condizione, la cui miseria genera solo altra miseria e l’unica grandezza possibile è nella morte. Mamma Roma usa, per elevare la condizione del figlio, gli stessi metodi che usa l’odiata borghesia (inganni, corruzione); la sua colpa, tuttavia, è atavica, indiretta, frutto delle scelte dei poteri forti di cui nemmeno conosce l’esistenza e che la vogliono sguazzante, oltre che nella miseria, in una sonnacchiosa ignoranza. Film verista (a Ettore l’abito “buono” sta male, non è adatto a lui) più vicino al primo Rosi (La sfida) che al neorealismo, di cui resta qualche brandello soltanto nella scelta degli attori di strada; non nello stile, che è onirico, fantastico (le scene notturne in piano sequenza), molto moderno nel suo essere privo di dissolvenze e classici campi/controcampi, pieno di vertiginose carrellate in avanti verso il DENTRO dei luoghi e di espressivi sguardi in macchina.