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“Mamme” di Arianna Giorgia Bonazzi e Vittoria Facchini, Rizzoli

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

mammacopCi si può preparare alla prossima Festa della Mamma con qualche bella lettura a tema. Libri che, come sovente accade, divengano pretesto per tempi e spazi condivisi, coccole ed attenzioni.
Proverò quindi, nei giorni che ci separano dal 12 maggio, a dare qualche consiglio di lettura mirato, concentrandomi sul legame insostituibile, unico, speciale e irripetibile che lega ogni bimbo alla sua mamma.

Per iniziare cosa di meglio di un albo che alla grandezza del contenuto – intesa come significanza di un affetto che di maggiori non ce n’è – associa quella della misura del suo formato?

Un libro grande per un grande amore, potrebbe essere lo slogan di “Mamme” di Arianna Giorgia Bonazzi e Vittoria Facchini, edito da Rizzoli qualche anno fa.

E l’amore tra madre e figlio è grande non solo nell’intensità ma anche nella ricchezza delle sue sfumature, nei sentimenti e le emozioni che è in grado di muovere.

La mamma è fonte di vita, bisogno, origine, ma è anche il primo essere umano con cui un bambino è chiamato a confrontarsi, a cui può e deve riferirsi.
Un genitore si fa modello, esperienza di vita, fornisce i primi occhi, e valori, con cui guardare al mondo.
Così, come ci sono tanti tipi di mamme, ci sono tanti diversi bambini che quelle mamme osservano, vivono e rielaborano. Che quelle mamme amano e dalle quali sono riamati.

Se i bimbi volessero raccontarcele, le loro mamme, non potrebbe che nascere una carrellata vibrante, poetica, surreale, tenera, logica di quella sorridente illogicità dei piccoli.

Questo è l’albo: un delizioso, buffo e un po’ surreale campionario di figure materne narrateci dai loro figlioletti.

Tanti piccoli ritratti, uno ogni doppia pagina, poche righe ciascuno. A volte brevi istantanee che fermano un momento – di gioia, affetto o seccatura, perfino – altre descrizioni più incisive a definire pregi e difetti, aspetti che piacciono e altri che convincono meno.
Perché lo sguardo infantile coglie ciò che l’adulto non afferra, che non racconterebbe di sé. Ma è proprio quel punto di vista piccino, spontaneo ma lucidissimo, che finisce per ben delineare l’essenza, il nodo, il succo della maternità.

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Ecco allora la mamma tuttofare, quella che in casa pare avere mille braccia e cento risorse, la mamma divertente, che inventa buffi giochi e trasforma lietamente le giornate, la mamma ecologista, che non regala videogiochi né concede merendine, la mamma precisina, che pretende tutto in ordine e ben pulito, la mamma che rientra tardi e si dimentica la spesa, la mamma che parte spesso per lavoro e sta fuori giorno e notte, la mamma avventurosa ed eccentrica, quella che mette al mondo troppi fratellini, la troppo apprensiva che va nel panico al primo “etciù”…

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Figure materne che incantano, innamorano, dispensano baci e abbracci, ma anche che fanno arrabbiare, suscitano qualche legittima protesta, provocano il broncio, necessitano qualche rimprovero.

Perché i bambini sono coccoloni, giocherelloni, fantasiosi, ma anche severi, attenti e con le loro emozioni,  - di gioia, rabbia, gelosia – non si scherza.

Gioie e dolori d’avere una mamma. Anche se infondo, in tutti, proprio tutti questi resoconti bizzarri e dolcissimi di coppie, emerge l’amore, la complicità, l’unicità.
Non rese in modo sdolcinato ma affettivo e autentico. Tanta la quotidianità che emerge e nella quale ciascuna mamma lettrice potrà rispecchiarsi, ritrovando sé e i suoi bambini tra le righe.

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Mi ha colpito molto il linguaggio utilizzato, che è armonioso ma allo stesso tempo semplice, immaginifico, originale, di un’astrazione pratica molto in sintonia coll’universo infantile che fa assomigliare i componimenti a piccole, delicate, curiose poesie.

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Splendide le illustrazioni. Enormi, intense, calde, a dipingere, con pennellate decise, figure materne scanzonate e affettuose, amorevoli e allegre tra fiori, occhioni, capelli lunghi e sorrisi.
Fanciulle belle, delicate, colorate, circondante dai loro piccini, in scene che rassomigliano a quelle di tutti i giorni ma che portano evidente l’impronta dell’amore, della gioia e del calore.

(età consigliata: da 5 anni)

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