Man of the year 2010 - n. 1 Julian Assange

Creato il 22 dicembre 2010 da Cannibal Kid
Julian AssangeGenere: libero, veramenteProvenienza: Townsville, AustraliaNel 2010: paladino di WikileaksNel 2011: si spera non in galera, di nuovoPerché è in classifica: è il simbolo della ricerca della verità, che poi dovrebbe essere uno degli scopi principali nella vita di qualunque uomo
Io credo in pochissime cose. Se devo elencarle brevemente diciamo che credo nell’esistenza di Kurt Cobain, credo in ciò che viene detto in “South Park” e credo nella libertà di informazione, di parola, di espressione, di raccontare la verità. Valori che sono un lontano ricordo in un mondo del giornalismo sempre più asservito al potere o ai poteri. In Italia ci sono esempi molteplici e clamorosi, ma anche nel resto del mondo la situazione è ben poco incoraggiante. Persino quegli Stati Uniti d’America che ci hanno sempre trasmesso (o voluto trasmetterci) questa Grande idea di libertà ci hanno solo pigliato per i fondelli.
Julian Assange è l’uomo che ha buttato giù il muro delle ipocrisie. Le verità tirate fuori da Wikileaks possono non necessariamente essere tutte sconvolgenti o inaspettate, però hanno dato inizio a una rivoluzione nel modo di informare senza filtri e senza censure che non si fermerà. Avevano bloccato Napster, ma la condivisione su Internet non si è certo interrotta; adesso cercano di incastrare Assange con una ridicola accusa di stupro, basterà per mettere a tacere un ingranaggio che oramai si è messo in moto?In 39 anni della sua vita Assange non è mai stato indagato per alcun crimine sessuale, quand’ecco che il 18 novembre 2010, guarda caso ad appena una manciata di giorni dall’uscita delle “bombe” di Wikileaks, si mette a stuprare non una, ma due donzelle. Ci tengo a sottolineare la data, che spesso non è specificata da molti media come se ci godessero segretamente (ma neanche troppo segretamente) a gettare su di lui quell’ombra di sospetto, quella macchina del fango che non riposa mai e cerca sempre di incastrare chi vuole cambiare le cose.I lettori di Time lo hanno scelto come uomo dell’anno, ma i giornalisti del magazine hanno preferito dare il premio a Mark Zuckerberg. Premio legittimo, o forse un filo di invidia perché Assange oggi è l’unico che fa veramente la loro professione?Come dice lui:
È preoccupante che il resto dei media di tutto il mondo stia lavorando così male che un piccolo gruppo di attivisti riesca a pubblicare un maggior numero di informazioni di questo tipo di tutto il resto della stampa mondiale messa insieme.

Per quanto riguarda il futuro temo che cercheranno di spalargli addosso altro fango, per danneggiare sempre più la sua figura, ma Julian Assange ormai ha acceso la luce verso la verità e la rivoluzione è cominciata.


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