La domanda sembra facile e invece a cercare in giro si trova di tutto. Davvero di tutto. A partire dalla Treccani, che associa al management delle parole che mi hanno fatto vivere un piccolo sussulto quando le ho lette.
La Treccani online scrive, infatti, che il management è:
“l’attività del manager, soprattutto come direzione di una società, di un’impresa commerciale o industriale, volta al conseguimento del massimo profitto e in quanto tale, soprattutto in passato, distinta dalla gestione di aziende pubbliche e dei servizi, cui si preferiva attribuire la denominazione di amministrazione.”
Profitto? Anche l’Accademia della Crusca in un articolo dedicato al genere dei forestierismi associa l’anglicismo manager a “uomo d’affari”.
Le trappole dei dizionari
Devo confessare che entrambi questi approcci mi mettono in un profondo disagio. Se fosse vero, infatti, che il management è volto al “conseguimento del massimo profitto” e che il manager è “un uomo d’affari”, dovrei dedurre, ad esempio, che il non profit non ha nulla a che fare con il management e che nemmeno le amministrazioni pubbliche debbano fare riferimento ai principi e ai compiti del management.
In realtà la Treccani sbaglia, non perché dica cose non vere, ma perché probabilmente non è stata aggiornata la voce “management” da un bel po’ di anni.
Le parole e i sensi seguono le onde delle mode. Negli anni bui della Depressione, tutto ciò che richiamava al mondo del business era tacciato di male. Ma poi, negli anni ‘50 gli anni del boom postbellico americano, improvvisamente la parola business aveva acquisito sensi e accezioni molto positivi. Prima era associato agli speculatori, poi alle persone intraprendenti. In questo quadro, anche il management, che prima era soprattutto pensato in associazione all’amministrazione pubblica e ospedaliera, venne legato all’impresa, e dunque albusiness e al profitto. Solo oggi, questo “errore” – come lo definì Peter Drucker alcuni anni fa – inizia a essere corretto.
Riprendiamo allora il giro con un vocabolario, ma forse, dato che si tratta di parola straniera, vale la pena dare un’occhiata a un dizionario inglese.
L’Oxford Dictionary, offre, in effetti, alcuni indizi più rassicuranti. Il management viene definito come “process of dealing with or controlling things or people.” Gestire e controllare sono i due concetti primari, inoltre, parla di processo riconoscendo la forza dinamica del management.
Per dirla tutta, anche la Treccani ha parlato di “controllare” e “gestire”, ma solo nella sezione “sinonimi”, dove dice che al posto di management si può dire amministrazione, direzione, gestione e leadership.
Ahia! Leadership. Stava andando bene, ma la leadership messa qui proprio non mi piace.
Allora, rifacciamo il punto.
La Treccani Dizionario se parla di management parla di profitto, in Inghilterra invece si parla di processo e di controllo e anche in Italia lo si fa, ma solo nella sezione “sinonimi” della Treccani dove poi non si riesce a non inserire un senso che confonde di nuovo le idee: leadership.
Parla come mangi
A questo punto va cambiata strategia. Se, infatti, scegliessi la parola “gestione”? In fondo questa è la parola più usata nel nostro paese – quando si parla di organizzazioni e quando lo si fa in italiano.
A volte basta davvero usare una parola italiana per capirsi meglio. Lo ha dimostrato in una bella lista Anna Maria Testa. E lo dimostra anche la Treccani: quando definisce la gestione parla di conduzione, controllo, direzione, governo, guida. Evviva!
Finalmente sono spariti due concetti davvero insidiosi – profitto e leadership – che rischiavano di portarci sulla falsa strada e ne compaiono altri più piacevoli, che ci svelano cosa ci stia dentro il management: condurre, controllare, guidare.
Ora direi che ci siamo e possiamo iniziare a capire cosa diciamo quando diciamo management.
Dal maneggio al manágement!
Quest’ultima scoperta, chiamiamola così, mi piace perché ci porta indietro di secoli all’origine etimologia della parola (come ci dice Wikipedia).
Il sostantivo inglese manager deriva dal verbo francese manager, derivato a sua volta all’espressione latina manu agere, ‘condurre con la mano’, ‘guidare una bestia stando davanti a lei’. Col tempo, da manu agere si è passati a manàgere e da qui al verbo franco (e poi francese) manager e al sostantivo anglosassone manager. Il significato si è modificato, ma non eccessivamente, infatti, manager significa tuttora ‘colui che conduce gli altri’. A seguire, è venuto il termine management
Maneggiare significare toccare e trattare con le mani. Maneggiare i cavalli significava condurli. Castiglione parlava di maneggiar l’arme nel suo famoso Cortigiano. Questa parola, insomma, dal latino passa per il francese antico e inizia un bel viaggio in Europa e man mano che procede butta dentro la sua saccoccia addirittura taluni sensi che nel tempo ha perso per strada, come ingenuità, moderazione, indulgenza. Alla fine si impone il senso di “dirigere, curare gli interessi di qualcuno”. Per lungo tempo per manager si intendeva impresario di attori. Ci dice Tullio de Mauro nel suo “Grande Dizionario Italiano dell’Uso” che il manager è anche colui che cura interessi di un artista o di uno sportivo e questo mi rimanda a quell’altro mio chiodo fisso – oltre il rispetto delle parole – e cioé che un evento sportivo o culturale hanno davvero tanto in comune. Ne ho parlato recentemente qui e qui.
Ma torniamo alla nostra parolina: finalmente nel 1906 compare per la prima volta in associazione al mondo delle impresa in un libro di Dicksee and Blain: “Office organisation and management including secretarial work”.
Questo naturalmente non fu il punto d’arrivo. Anzi, da qui poi tutto è iniziato. Per i più giovani può sembrare un’eternità fa, ma ecco, mio nonno nacque nel 1905, un anno prima che si parlasse di management in ambito aziendale. Sono passate solo due generazioni.
E proprio le diverse interpretazioni dei dizionari mostrano forse che il frutto non è ancora maturo.
Nel dubbio vi consiglio di pensare alla sua origine etimologica, all’immagine bucolica di un maneggio o a quella più vivace di un maneggiar l’arme.
Scriveva Peter Drucker nel 2001:
Il management è un professione molto antica. I dirigenti più efficaci della storia sono stati sicuramente quelli degli antichi egizi, i quali – 4.600 e più anni fa – concepirono, progettarono e costruirono la prima piramide.Durata più di ogni altro manufatto umano, la piramide è ancora in piedi. Ma come disciplina, come scienza, il management ha solo 50 anni.
Può anche darsi però, che i dizionari ci abbiano aiutato poco perché, come afferma Fredmund Malik, le definizioni non spiegano nulla. Sono importanti perché fissano i confini di una lingua. Ciò che importa però sono le enunciazioni che si costruiscono con l’aiuto di concetti e non nella costrizione dentro paletti.
Ecco, può darsi che a questi concetti dedicherò in futuro alcuni post.
Per approfondire:
Se ti è piaciuto questo post, forse ti interessa dare un’occhiata alle parole del mestiere (rigoroso work in progress) nella sezione sensible words del mio sito.
Immagine: Collage di Beth Hoeckel – via Pinterest