Dylan è ormai in Italia da qualche settimana, ha cominciato il liceo e sta frequentando un corso di italiano messogli a disposizione da Intercultura. Ha ormai conosciuto buona parte della mia famiglia e si è ambientato in casa come non avesse mai vissuto altrove. Sicuramente per lui, così come per mia mamma e Little B, l'impatto culturale al suo arrivo è stato significativo, soprattutto considerando che Dylan non parla né l'italiano né l'inglese: la comunicazione è quindi molto difficile, le incomprensioni sono all'ordine del giorno, e i progressi sono molto lenti. Non c'è niente di strano o anomalo in tutto questo, anzi, è un processo molto comune soprattutto per gli studenti che non conoscono già la lingua del posto e che vengono da una cultura nettamente diversa. Questi studenti in particolare sono come bambini piccoli a cui bisogna letteralmente far vedere e spiegare tutto nei minimi dettagli. Non li si può lasciare soli un attimo, né si può fare affidamento su di loro, perché ancora non camminano sulle loro gambe. Nonostante non sia inusuale tutto ciò per uno studente straniero, per la famiglia ospitante tutto questo può diventare logorante e stancante.
Purtroppo, come vi dicevo nello scorso post, non è sempre facile accogliere uno studente straniero in casa propria, nè gli abbinamenti sono sempre azzeccati. Perché qui non stiamo parlando semplicemente di nomi, numeri e foto in un fascicolo, ma di persone con una propria personalità, un proprio carattere e delle proprie emozioni. E purtroppo a volte quando si passa da nomi, numeri e foto a personalità, carattere ed emozioni, qualche cosa non va come previsto. Lo studente che ci si aspettava sulla carta non corrisponde allo studente che arriva in casa nostra. Da qualche parte tra selezione e partenza qualcosa è uscito dall'asse, e il treno ha preso una direzione imprevista.
Ma di cosa sto parlando? Quali sono i problemi che Dylan sta affrontando e che stanno rendendo la convivenza con la mia famiglia problematica? Sono gli stessi che tantissimi studenti prima di lui hanno avuto, gli stessi studenti che non colgono a pieno il senso di quest'esperienza, e che non la vivono con il giusto spirito. Gli stessi problemi che io ritrovo in moltissimi miei connazionali che scelgono di vivere un'esperienza in Australia. Perché può cambiare l'età, può cambiare il paese di provenienza o quello di arrivo, ma certe cose non cambiano davvero mai.
E allora continuate qui per leggere quali sono secondo me i maggiori ostacoli all'integrazione in un paese straniero.