Manco fossimo in Libano…

Da Aquilanonvedente

Siamo abituati a vederle alla tv, queste cose.

In paesi lontani, nei quali non si capisce nemmeno più chi combatte contro chi e per quale motivo.

Nei paesi dove il terrorismo spazza via le vite a palate, come fossero terra bruciata.

E invece succede anche qui da noi, che siamo un paese in mano alla criminalità organizzata, tanto a sud quanto a nord.

Ma perché al termine “criminalità” si associa l’aggettivo “organizzata”?

Per contrapporla allo Stato, che invece tanto organizzato non è, ovvio.

Quando ho appreso dell’attentato a Brindisi, mi ha colpito la notizia che erano stati inviati sul posto “il ROS dei carabinieri e lo SCO della polizia“.

Eccolo qui lo Stato, che non ha nemmeno la volontà di unificare le forze di polizia. Che mantiene (manteniamo) servizi segreti che agiscono per inquinarlo lo Stato, invece che per proteggerlo. Che non ha ancora smilitarizzato la Guardia di Finanza (che dovrebbe presidiare 24 ore su 24 le banche e le società finanziarie, non regolare il traffico quando ci sono gli incidenti).

Ora cosa dobbiamo aspettarci? Anni di indagini? Altri attentati a catena? Una paura diffusa tra la gente? O forse tutte queste cose insieme?

Di certo per ora c’è che, purtroppo, c’ha lasciato la vita una ragazza di sedici anni e altre persone sono rimaste ferite. Tra l’ignavia, lo sbracamento, il disinteresse e il cialtronismo di tanta, troppa gente.

Una ragione in più per lasciarlo, questo simulacro di Paese.

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