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MANDAMI TANTA VITA - Paolo Di Paolo

Creato il 03 febbraio 2014 da Lalettricerampante
MANDAMI TANTA VITA - Paolo Di PaoloMandami tanta vita di Paolo Di Paolo non mi è piaciuto, ed è inutile girarci troppo intorno. Per quanto dirlo mi imbarazzi, viste tutte le recensioni positive che avevo letto e che mi avevano spinta a leggerlo, e considerando anche che questo libro l'anno scorso è finito nella cinquina del Premio Strega (non che questo significhi nulla), non posso che esordire così. E anzi, lo ripeto: Mandami tanta vita di Paolo Di Paolo non mi è piaciuto. E quello che mi fa ancora più rabbia è che se l'autore si fosse concentrato di più sulla trama e di meno sui suoi, notevoli, per carità, esercizi di stile, questo mio giudizio sarebbe stato sicuramente diverso. 
Siamo in Italia, nella seconda metà degli anni '20. Da un lato c'è Piero, un promettente intellettuale antifascista costretto ad abbandonare l'Italia, la moglie e suo figlio, per trasferirsi a Parigi a seguito delle pesanti minacce ricevute per i suoi scritti. Dall'altro c'è Morlando, giovane studente universitario a Torino per una sessione d'esami che durante il viaggio in treno ha scambiato la sua valigia con quella di un fotografo. Una donna, scoprirà poi, che gli fare perdere la testa e lo spingerà a un gesto un po' folle che porterà anche lui nella capitale francese. Morlando è anche un grande estimatore del lavoro di Piero, nei confronti del quale sviluppa anche una sorta di ossessione. E sullo sfondo, appunto, c'è l'Italia che sta cambiando, che sta facendo i conti con l'avvento di Mussolini e con i giovani che non sanno bene dove collocarsi.Il tutto, ovviamente, in centocinquanta pagine. E, come dicevo all'inizio, è qui che sta secondo me la più grande pecca del romanzo. E' troppo breve, troppo superficiale, troppo poco approfondito. Arrivi alla fine che vorresti sapere mille altre cose e invece non sai assolutamente nulla. Non provi nulla. Non ti rimane nulla. Come se Di Paolo non si fosse accorto di che cosa avesse tra le mani, di quale grande, grandissimo romanzo avrebbe potuto creare partendo da queste basi.
Era un po' che non rimanevo così tanto delusa da un libro. Forse le aspettative, ancora una volta, mi hanno un po' fregata. Il fatto è che puoi anche saper scrivere benissimo ma se poi dici il nulla, sempre il nulla rimane. Soprattutto se invece volevi raccontarmi una storia, magari anche profonda. A rendere ancor più negativo il mio giudizio è il fatto che leggendo avrei dovuto sentirmi trasportata a Torino prima e a Parigi poi, a metà degli anni '20. Cosa che non è successa. L'ho trovato male inserito nel contesto storico, perché non basta fare due accenni a Benedetto Croce o a Mussolini per trasportaci così indietro nel tempo.
Forse ci sto andando giù troppo pesante, ma la delusione è stata talmente tanta che non ne posso fare a meno. Forse è colpa mia, che non sono riuscita ad entrare in sintonia con lo stile di Di Paolo. Forse l'ho letto nel momento sbagliato, quando più che di virtuosismi stilistici avevo bisogno di storie concrete e ben narrate. Fatto sta che, come dicevo già all'inizio, non mi è proprio piaciuto.

Titolo: Mandami tanta vitaAutore: Paolo Di PaoloPagine: 158Anno di pubblicazione: 2013Editore: FeltrinelliISBN: 978-8807019425Prezzo di copertina: 13€Acquista su Amazon:formato brossura: Mandami tanta vitaformato ebook: Mandami tanta vita (I narratori)

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