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Manfredini: “Nessuna meraviglia se chi ha votato Puppato votasse Renzi al ballottaggio”. Magnoli: provincia di sinistra-centro.

Creato il 26 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

“Nemmeno ci sarà stupirsi se chi ha votato Puppato voterà Renzi al ballottaggio” sostiene Alessia Manfredini. Il sindaco di Firenze d’altra parte ha fatto passare un piano di governo del territorio a volumetria zero, infatti. Niente consumo di suolo: se costruisci devi ristrutturare o demolire altrove. Firenze è assai ambita, tuttavia la sensibilità per un’economia più verde Renzi l’ha dimostrata. Nel suo staff c’è poi Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e parlamentare Pd. Quindi un’apertura chiara alla green economiy potrebbe valere al candidato fiorentino nuovi voti. La posizione di Manfredini è naturalmente personale, è presto per decidere. E la voglia di rinnovamento del partito c’è anche da parte di Laura Puppato, benché meno irruente di Renzi.
Quanto valgano tre punti in più per Renzi, se ci saranno, non si sa. Ancora: lo scrutinio finirà entro le 18, dopo il guasto del server di ieri. Bisogna ricontrollare tutti i dati e ne mancano ancora per circa 15 province o più. Così i risultati finali potrebbero essere modificati di alcuni punti. Tensione, allora, perché il plebiscito proprio non c’è. Anzi.
Fra i sostenitori della Puppato c’è soddisfazione, malgrado il 3% circa sembri poco. La spiegazione è che le forze bersaniane hanno spinto con la massima forza per il segretario, spaventate dal tornado Matteo, sottraendo quindi voti alla Puppato, d’altra parte poco nota in Italia.
“Quelli che hanno votato Puppato non sarebbero andati a votare”, aggiunge Alessia Manfredini. Dunque un passo avanti per il Pd, per quanto le donne non votino le donne. Il movimento politico femminile che ha preso slancio con Puppato “continuerà, è stato un bel risultato”, aggiunge la consigliera comunale di Cremona. L’organizzazione si consolida. Non è esattamente femminismo, ma uno spiraglio che si apre per le donne capaci di fare politica.
Fiasco cremonese per Bruno Tabacci: “Da noi, a Cremona, non sarebbe diventato neanche consigliere comunale – afferma il segretario provinciale Titta Magnoli – ed è molto significativo per uno che voleva candidarsi presidente della Regione. Noi restiamo una provincia di sinistra-centro. Vendola da noi, nelle periferie, è andato bene. Il centro autonomo non c’è: ci sono moderati da una parte e dall’altra”.
Magnoli non vede un Pd spaccato in correnti incompatibili. Ci parla delle lotte interne alla Dc, per la verità ben più intense, anche perché, aggiungiamo, la politica era più forte, tra partecipazioni statali, banche di stato ecc.
Magnoli loda l’impegno dei 500 volontari ai seggi in provincia, e la grande partecipazione elettorale: “Un vero successo per la democrazia”.
Un dubbio ce l’abbiamo: gli elettori lo sanno che cosa gli riserva il Fiscal Compact, ovvero quei circa 50 miliardi l’anno che ci costerà la legge di stabilità? “No – risponde Magnoli – molti non ne sono coscienti. L’elettore se ne rende conto solo quando gli toccano il portafoglio. Toccherà a noi, se vinceremo, fare il lavoro duro, come nel 2006. Ma non siamo più quel caos che era l’Ulivo: i rapporti con Sel sono ottimi. Quanto all’Udc non si sa ancora che cosa vuole”.

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