Quali sono gli ingredienti giusti per riuscire a sfornare un best seller? Per Elizabeth Gilbert è bastato un divorzio e la cronaca di un conseguente viaggio intorno al mondo come premio di consolazione.
E come biasimarla, qualsiasi donna avrebbe voluto essere nei suoi panni e potersi permettere un’avventura del genere. In questo caso, però, nei panni della scrittrice americana ritroviamo un volto tutt’altro che qualsiasi, quello di Julia Roberts.
Dietro la macchina da presa Ryan Murphy, che, in questa occasione, sembra aver perso totalmente il suo stile spregiudicato e satirico che l’aveva reso celebre per aver ideato, scritto e diretto la serie tv “Nip/Tuck”.
Una volta appreso con amarezza questa evidente realtà, fin dalla prima inquadratura, patendo l’ingombrante e onnipresente voce fuori campo, ci si arrende e si tenta di seguire (per ben due spropositate ore e mezza) la nostra protagonista durante il viaggio alla ricerca di se stessa, che solo in parte coincide con un vero e proprio percorso interiore e spirituale.
Si parte dalla caotica New York, dove Liz si lascia alle spalle un ex marito e un ex fidanzato, mollati entrambi per nessun apparente, valido motivo. O, perlomeno, non così profondo da giustificare una crisi esistenziale-mistica.
E dove si è diretti come prima tappa, tanto per scadere nel banale, per affogare i propri dispiaceri? Naturalmente nella capitale del ‘dolce far niente’ (questo è quello che pensano di noi gli americani…) : Roma!
Gite al Colosseo in compagnia di un tipico maschio italiano, immagini da cartolina sature di fontanelle e coppiette innamorate a ogni angolo, e ristoranti dove assaporare libidinosamente piatti di spaghetti al pomodoro e basilico con tanto di sottofondo musicale mozartiano.
E come poteva mancare anche una sana pizza margherita? Basta spostarsi a Napoli, s’intende.
Una volta saziati i bisogni del palato si passa alla mente. La Gilbert non trova miglior meta che l’India per smaltire i chili di troppo accumulati in Italia. Si reca con decisione presso un Ashram di Dehli, luogo sacro e nevralgico per chi intende dedicarsi alla meditazione e a dure pratiche spirituali, ma dentro di sé il vuoto e la confusione regnano sovrani. Soltanto nel momento dell’incontro con Richard ( interpretato da Richard Jerkins, la miglior perfomance attoriale all’interno di questo cast), un uomo texano di mezza età con un passato burrascoso e infelice da espiare, Liz comincia ad arricchirsi interiormente, comprendendo quanto sia importante stare in silenzio e ascoltare gli altri, amare senza voler morbosamente possedere e riuscire a riconoscere e perdonare i propri errori.
L’equilibrio sembra essersi assestato, ma manca ancora l’Indonesia, dove la scrittrice incontrerà di nuovo il simpatico e saggio sciamano sdentato che, un anno prima, le aveva predetto come sarebbe andata la sua vita. Bali sarà il luogo della resa dei conti, un punto di congiunzione tra tutto quello che le esperienze vissute fino a quel momento le hanno insegnato. Ed è qui dove, finalmente, la ragione cede spazio al cuore, e questa donna apre la porta del suo universo per lasciare entrare un uomo (uno splendido Javier Bardem, ‘alleggerito’ dai suoi precedenti ruoli più impegnativi, che incarna perfettamente l’ideale di uomo sensibile, affascinante e passionale che ogni donna vorrebbe incontrare nella propria vita) che, sicuramente più di lei, ha tenuto chiusa per troppo tempo quella porta.
Un cast tecnico e artistico di tutto rispetto giunge senza dubbio in soccorso della pellicola: dai più che solidi attori Javier Bardem, Richard Jenkins e James Franco al direttore della fotografia Robert Richardson (fedele collaboratore di Scorsese e Stone) fino al produttore esecutivo Brad Pitt; ma non basta per riuscire a dare quella lezione di vita che tutti noi conosciamo già… Non si può entrare nella mente e nell’anima senza prima passare per il cuore. E forse non è neanche necessario spostarsi così lontano per capirlo.
Giovanna Ferrigno