(Questo post e' soprattutto per quei genitori che mi scrivono preoccupati per i loro figli piccoli, che hanno scoperto ora l'allergia, che vedono solo incognite nel futuro. Ci dobbiamo convivere, ma ce la si può fare.)
Uno dei motivi principali per cui mi scrivono sono le allergie.Tanti genitori con figli allergici che si sentono soli, soprattutto perché - come sottolineato spesso - c'è ignoranza e poca comprensione del problema.Il problema non è banale, si tratta non di una malattia ma di ma condizione spesso irreversibile e potenzialmente letale. Che quando lo vedi scritto, letale, riferito a tuo figlio perché ha l'adrenalina gratis, fa un certo effetto.Ho scritto a lungo nelle puntate precedenti di sintomi, di ricette alternative, di come provare a conviverci.Le tante mail che ricevo mi confermano che la paura più grande dei genitori e' il futuro dei figli.Non sono medico, ne terapeuta, ma ho una buona esperienza sul campo.PdC ha quasi 12 anni ed anche se il percorso e' stato a volte tortuoso, abbiamo trovato una strada sana verso l'accettazione.
L'adolescenza complica le cose.Perché sono sempre meno sotto il nostro controllo.Perché vogliono essere uguali agli altri.Perché non vogliono si sappia.Perché come mi ha spiegato l'allora primario di Trieste, non solo deve stare attento a cosa mangia lui, ma anche a cosa ha mangiato la fidanzatina, se la bacia.E se ripensate al vostro primo bacio, chiedere "cara, per caso hai mangiato il cornetto con le nocciole?" non è proprio l'apoteosi del romanticismo.
Ciccio ha sempre fatto finta che l'adrenalina non esistesse. Che ci avrei pensato io.Ma io non voglio faccia finta di nulla, pur sapendo che è difficile a 12 anni pensare che potresti morire se non hai il tuo farmaco salvavita con te.
Gli ho dato tempo di assimilare, arrabbiarsi, prendersela con nessuno. Perché lui ha ragione, e' una sfiga e se ne faceva volentieri a meno.
Poi una sera sono tornata sull'argomento, non molto tempo fa. Volevo spiegargli bene come funziona la sua adrenalina da auto-iniezione. Verificare se sa gestire e riconoscere la gravità dei sintomi.Lui non voleva, era turbato, ma poi invece mi ha detto "si, sono pronto".Ne abbiamo parlato a lungo, vicini e stretti, perché l'importante e' che sappia gestirsela da solo, senza sentirsi solo.Ha tenuto in mano la dose, l'ha guardata e rigirata, ha fatto domande.
Poi stasera, facendosi la valigia per due giorni in montagna mi ha detto "Mamma, ricordiamoci l'adrenalina!". Mi sono commossa per questo suo complesso percorso di elaborazione ed accettazione. Per questa sua maturità vera e sana.
Spero sempre che non ci troveremo mai più in emergenza, ma sapere che lui ha accettato che potrebbe accadere mi fa sentire più serena.