Una perla, ecco cosa mi sono ritrovata tra le mani! A cominciare dalla copertina naïf in cui si “descrive” il profondo e “mistico legame” che andrà a crearsi tra il medico indurito dalla vita e da un carattere impossibile e il bimbo in coma profondo.
Un mix equilibrato tra ironia, commozione, rabbia, sollievo, dramma e speranza è questa opera prima di un’autrice che lavora come infermiera strumentista e aiuto-anestesista in una sala operatoria.
La Zucca riesce in maniera impeccabile ad alternare le voci di tutti protagonisti e i loro punti di vista adottando un linguaggio ad hoc per ognuno di loro, in particolar modo quando “fa parlare” il piccolo Davide, dimostrando una conoscenza approfondita del mondo dei bambini.
Sorprendente anche la descrizione psicologica e il modo di parlare di Patti, il personaggio femminile chiave della vicenda, e molto più che credibile anche la descrizione del cambiamento radicale che interessa il chirurgo, Pier Luigi, grazie proprio a Davide e a Patti.
Uno splendido romanzo d’esordio con una morale che ci trova totalmente consenzienti: chi guarisce il prossimo guarisce se stesso.