Sanguigno
e dolente
trascini
il “tuo” silenzio
pari a
inestricabile
catena
e giungi a me
fantasma gentile
animale ferito
e mi racconti
calate
le ombre
della notte
l’antica storia
che ben
riconosco.
E’ l’ eros mai
consumato
in quel tempo
troppo lontano.
I sussurri
e le grida
di chi
non capiva.
I rimproveri
pari a lame
incidenti
su carne viva
E le lacrime
d’allora
pietre di sale
oggi.
Riconosco
nell’incedere
(è complice
la lattiginosa
luna)
le ritmiche
movenze
della danza
dei corpi
e il “bello”
efebico
sintesi
estetica
di goduriosi
frammenti
di piacere
mai assemblati.
Il venditore
di fortuna
adesso tace.
E a te basta
una sola
materna
carezza
per placare
la pena e
ricomporti
come feto
nel grembo
di donna
abbracciando
le mie
ginocchia.
Marianna Micheluzzi