Il manto erboso è la parte esteticamente più rilevante del giardino. Assieme ad altri elementi, questa parte tende ad arricchire il valore decorativo del giardino e ad esaltarlo. In tal senso i migliori risultati si ottengono con il manto erboso naturale, cioè ricavato dalla semina. Il manto erboso, con il suo colore intenso e brillante, è in grado di avvolgere non solo il substrato, ma anche lo sguardo di chi lo ammira. In teoria è possibile creare un’infinità di manti erbosi, anche se, nella pratica, questi devono essere adattati all’uso che se ne farà e alle condizioni climatiche della zona che dovrà ospitarli. Creare un manto erboso vuol dire, dunque, impegnarsi a scegliere le sementi adatte e a lavorare il terreno per prepararlo alla semina. Ma non solo, il manto erboso, una volta che si sarà sviluppato, dovrà essere curato, innaffiato e concimato come tutte le altre piante del giardino. Se, dunque, si è pronti e preparati ad affrontare le sfide che la gestione di un prato naturale comporta, ci si può tranquillamente dedicare alla creazione del manto erboso.
Caratteristiche
Preparazione e manutenzione
Dopo la scelta dei semi, l’altra fase rilevante di creazione del manto erboso è rappresentata dalla preparazione del terreno. Il substrato che dovrà accogliere i semi va zappato, vangato e rivoltato per ammorbidirlo e aerarlo, ma anche per eliminare residui, detriti, resti di altre piante e di erbe infestanti. Dopo la lavorazione, il terreno va concimato con un fertilizzante organico, meglio se letame maturo, che stimola la crescita radicale del prato e la germinazione dei semi. Per evitare la comparsa di erbe infestanti o dannose per il prato, si possono aggiungere dei diserbanti ad ampio spettro. Si tratta di prodotti selettivi solo per alcune tipologie di erbe infestanti, ma non dannosi per quelle del prato. La preparazione del terreno va fatta con un certo anticipo rispetto alla semina, in modo che il substrato abbia il tempo di assorbire le sostante nutritive del concime. La semina, invece, va praticata o in autunno o a primavera. Durante queste due stagioni, infatti, il grado di umidità e la temperatura permettono una migliore e veloce germinazione dei semi. La semina in autunno, se le condizioni climatiche lo consentono, è quella che produce i migliori risultati, perché lo sviluppo delle erbe avverrà proprio a primavera, quando le condizioni climatiche consentono di avere un manto erboso più uniforme e brillante. Superata la fase della semina, si procede con l’annaffiatura, abbondante e regolare. La comparsa delle erbe confermerà lo sviluppo del manto erboso, che va tagliato quando l’erba ha raggiunto o superato i dieci centimetri. La cura del manto erboso già sviluppato prevede le irrigazioni e le concimazioni, da calibrare in base al tipo di erbe e alla condizione climatica. I manti erbosi a base di alcune erbe microterme, ad esempio, non hanno alcun bisogno di concimazione, mentre altre tipologie di prati possono richiedere annaffiature abbondanti o per almeno due volte a settimana e concimazioni da ripetere tre volte l’anno.
Vantaggi e svantaggi
Il manto erboso naturale non ha solo un vantaggio estetico, ma anche pratico. La sua presenza, infatti, migliora l’ossigenazione dell’ambiente e la quantità di ossigeno quotidianamente necessaria alla respirazione umana. Ma non solo, le erbe del manto erboso favoriscono anche l’equilibrio idrico del suolo, perché assorbono l’acqua piovana in profondità, convogliandola nelle falde acquifere sotterranee. Gli svantaggi del manto erboso naturale possono essere legati alla fatica di seminare o all’eventuale risemina dovuta alla presenta di spazi vuoti e non omogenei, o alla presenza di erbe infestanti. Spesso gli svantaggi del manto erboso sono legati a errori colturali o a un errato spargimento dei semi o a un terreno poco adatto alla germinazione degli stessi. In genere, il substrato adatto alla semina è leggero, soffice e ben drenato, mentre i terreni argillosi, duri e compatti, sono poco adatti alla radicazione dei semi e alla durata del manto erboso. Questi terreni, infatti, tendono a inaridirsi e a formare delle spaccature. Prima della semina, questi suoli vanno lavorati e parzialmente modificati con sostanze ammendanti e con miscele di sabbia e torba che ne aumentano la morbidezza e il drenaggio.