Mantova: la più romantica del mondo

Creato il 14 gennaio 2011 da Vivaglisposi

foto:flickr

Mantova, la più romantica del mondo”. Così la città lombarda veniva definita dallo scrittore inglese contemporaneo, Aldous Huxley (1894-1963), e non a torto.
Ad affascinare il narratore e saggista furono la surreale patina del tempo che avvolge i monumenti, i canneti lungo il mincio, la nebbia che nelle serate invernali, circonda ogni strada e piazza velandone i contorni di un'umidità infinitamente sentimentale.
Ancora oggi, la patria dei Gonzaga, esaltata dal recente prestigio Unesco (luglio 2008), suscita intense emozioni, le stesse che hanno ispirato scrittori e poeti, tanto che diventa una meta ideale per trascorrere il fine settimana di San Valentino o le altre occasioni speciali da vivere in due.
Un viaggio “nelle pieghe dell’amore”, fatto di tappe a tema e soste in angoli permeati dal fascino della storia, in una cornice indimenticabile. E tutto inizia sin dall’arrivo, dall’entrata medievale del ponte di San Giorgio, nella parte a nord, con uno skyline incantevole. Dinnanzi agli occhi si apre lo scenario del Castello di San Giorgio, un bastione fortificato del Palazzo Ducale, come sospeso su una nuvola, punto di confluenza delle vie che costeggiano i tre laghi (Superiore, Inferiore e di Mezzo).
Ci si può concedere una passeggiata mano nella mano, ammirando i bagliori del lago o tra le numerose stradine che William Shakespeare, nella sua opera più famosa “Romeo e Giulietta” fece percorrere da Romeo in cerca del veleno. Proprio qui, infatti, Romeo sempre più innamorato, riceve la visita di Baldassarre, suo servo, che gli annuncia la morte di Giulietta. Ora ha soltanto un pensiero: procurarsi del veleno, ritornare a Verona e morire accanto alla sua amata. E sembra quasi di vederlo correre trafelato, in contrasto con la calma dell’acqua.
Poi una visita è d’obbligo alla “Camera degli Sposi”, capolavoro di Andrea Mantegna all’interno di Palazzo Ducale, in piazza Sordello, tanto maestoso, con trentaquattro mila metri quadri e oltre cinquecento stanze, da sembrare una metropoli. E si rimane rapiti dall’“occhio di cielo”, al centro del soffitto, popolato, da figure festose, da sorridenti fanciulle, un uomo di colore, un pavone blu e una pianta d’arancia. E tutto intorno una ricchezza d’oro e di colori degli affreschi, da dare l’impressione di trovarsi in uno scrigno prezioso e irreale.
E sono numerose le altre opere d’arte che hanno per tema, o per effetto, l’amore. A Palazzo Te, progettato da Giulio Romano e residenza estiva dei Gonzaga, la Sala da non perdere è quella di “Amore e Psiche”, la cui decorazione è interamente volta a celebrare l’unione del marchese Federico e di Isabella Boschetti, attraverso la sensuale vicenda mitologica narrata da Apuleio, nell’Asino d’Oro, in vortice di colori, divinità, fauni, satiri e putti. Il tema centrale è appunto Amore, una divinità “mostruosa”, il più potente tra tutti gli dei, temuto dallo stesso Giove, al quale nessuno può sottrarsi.
Nelle lunette trovano posto, narrate in senso inverso, le vicende della disperazione e dell'espiazione di Psiche, fino al lieto fine, con le nozze celebrate nel riquadro centrale. Sulle pareti, inoltre, viene sviluppato e amplificato il tema erotico con altri amori mitologici: Venere e Marte al bagno, Marte caccia Adone dal talamo di Venere, Bacco e Arianna, Polifemo con Aci e Galatea, Giove e Olimpia.
E perchè poi non regalarsi una serata a teatro, nel piccolo ma scenografico Teatro Scientifico del Bibiena, una vera chicca, capolavoro di architettura. C’è da rimanere entusiasti per la ricchezza delle decorazioni tardo barocche, come successe al padre di Mozart che in una epistola alla moglie così scrisse: «Vorrei che tu avessi visto il Teatrino di questa Accademia. In vita mia non ho mai visto nulla, nel suo genere, di più bello».
Infine la strada della seduzione porta fino a tavola, tra tortelli di zucca e agnoli in brodo, salumi e torta sbrisolona e alzando i calici con un Lambrusco Mantovano DOC. Secondo una ricerca, la combinazione di varie relazioni sensoriali, la soddisfazione visuale alla vista di cibi appetitosi, la stimolazione olfattiva dei loro piacevoli odori, generano uno stato di euforia generale ed hanno ancora più potere dei cibi più propriamente afrodisiaci. Qualunque piatto si scelga, sarà pertanto un “incontro di passione”.
Isa Grassano - 11/01/2011


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