Una delle ragioni che conducono a questo pensiero, particolarmente forte nei momenti più acuti delle crisi economiche, come quella attuale, con i problemi che inevitabilmente ne derivano, proviene anche, oltre che dalla ricerca di una qualche soluzione alternativa e fideistica, dalla osservazione di quelle poche tribù, rimaste isolate nell'Est Africa, in Amazzonia o in Nuova Guinea, che hanno mantenuto una qualche specie di cultura primordiale che non prevede l'uso del denaro. Gli antropologi ne rilevano diversi vantaggi, quali la soluzione interna e veloce dei contrasti tra persone, un ridottissimo tempo della giornata dedicato al lavoro, parte del quale svolto comunque a titolo, diremmo volontario e a beneficio di altri componenti della comunità, la quasi totalità della giornata tipo dedicata ad attività ludiche o di relazioni interpersonali e un tipo di vita che, in generale potremmo definire "felice/sereno" e privo di ansie, si potrebbe dire, il fine ideale dell'uomo. Probabilmente questa disamina è assolutamente corretta e reale, tuttavia, ritengo che la quasi totalità delle persone viventi non sarebbe ormai capace di rinunciare al nostro stile di vita, pur riconoscendo che la maggior parte delle cose di cui ci circondiamo sono assolutamente inutili ed alla possibilità di dedicare al lavoro per vivere non più di un'ora al giorno e anche quelli disponibili a provare in nome di un newagismo anche di moda, uscirebbero devastati dall'esperienza, tentando vie di mezzo che purtroppo non sono percorribili, perché o accetti il patto col diavolo e allora devi sopportarne tutte le conseguenze o devi rinunciare davvero a tutto.
Io penso che questa strada sia tecnicamente impossibile da percorrere, se non in caso accada qualche cosa di traumaticamente globale che per un paio di generazioni spazzi via tutto, anche la memoria del denaro. La ripresa potrebbe, almeno per un certo periodo ripercorrere la via antica, una specie di età dell'oro, priva dell'egoismo e dell'avidità causata dalla presenza del danaro. Anche l'ecosistema planetario se ne gioverebbe, in quanto grazie alla scomparsa della medicina moderna delle odiose multinazionali e della vituperata agricoltura "industriale", attraverso l'auspicato ritorno alle medicine ed ai saperi tradizionali ed antichi, che ci condurrebbe ad un bello e rapido sfoltimento della popolazione, che tra fame, epidemie e accidenti vari si ridurrebbe velocemente ad un numero tale che il potere tampone del pianeta potrebbe sopportare con facilità. Al di là di questa soluzione, direi drastica, bisogna concludere che il sistema dell'economia di "mercato", unito al cosiddetto sistema politico "democratico" è comunque quello che nella sua totale imperfezione riesce a rendere l'uomo meno "infelice" che tutti gli altri.
O pensate al lato opposto, la meravigliosa anarchia, la città ideale dove ognuno sa cosa fare per il bene di tutti e lo fa, senza prendere più del necessario, senza la necessità di qualcuno che controlli, che reprima o che governi. Perfetti anche tutti i sistemi intermedi. Che noia invece questa odiosa democrazia, dove tutto deve essere discusso, controllato, approvato, dove bisogna continuamente mediare tra le idee di tutte, sbagliando molto spesso per ascoltare ognuno, con tutte le possibilità di sgusciamento, di corruzione, di interessi personali preposti all'interesse generale. E poi questo sistema economico, governato dal Dio denaro che sembra incentivare la parte oscura di ognuno, egoismo, avidità, competizione con ogni mezzo ed ogni prevaricazione possibile, appena mediata da un sistema di leggi imperfetto ed in continuo divenire. Eppure non c'è niente da fare, cari amici, questo pessimo sistema è a tutt'oggi, il migliore che abbiamo saputo inventare, quello che tra gli alti e bassi consente un grado di "felicità media" superiore agli altri, con tutte le disuguaglianze del caso, per queste specie infame. Domani vedremo di esaminare più da vicino questo sistema economico, che, purtroppo,.sta presentandoci dei conti piuttosto salati di questi tempi.
Continua.
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