[manuali scrittura] Elementi di stile nella scrittura di Strunk

Creato il 02 maggio 2012 da Sam @LibriCaffeLatte
Dopo MASTER DI SCRITTURA CREATIVA, un altro manuale essenziale e conciso che non può mancare di essere letto e studiato per chi volesse scrivere in modo più serio, sicuro e coscienzioso.Ovvero, non alla-cazzo-di-cane come dice sempre Boris :D

DINO AUDINO EDITORE

Scritto nel 1918 dal professore universitario William Strunk jr, che lo pubblicò a sue spese a uso e consumo dei suoi studenti, questo volumetto di meno di un centinaio di pagine riscosse e riscuote ancor oggi notevoli consensi per la sua essenzialità.Consigli e regole veloci.Dino Audino lo ha pubblicato adattandolo all'italiano, eliminando ad esempio il genitivo sassone che è solo per la lingua inglese. Lo ha anche aggiornato con delle note a fine capitolo molto interessanti.
Io l'ho trovato utile, non solo perché il libretto si può consultare nei momenti dubbiosi, ma anche perché nell'appendice riprende i concetti base dei manuali letti in precedenza. 

Lo zio Ste' dice che gli deve molto.

Sono quattro capitoli e l'appendice.1-Elementari regole d'uso2-Elementari norme compositive3-Alcune questioni di forma4-Parole ed espressioni usate impropriamenteAppendice- Questione di stile
Vi riporto qualcosa per capitolo.
capitolo uno: elementari regole d'uso
Il PUNTO E VIRGOLA ( ; ), questo sconosciuto nella moderna letteratura! :DSi usa quando due o più proposizioni indipendenti, non separate da congiunzione, formano insieme un peridio complesso.I romanzi di Stevenson sono divertenti; sono pieni di avventure emozionanti.Sono quasi le cinque e mezzo; non saremo in città prima di buio.
Ora, si potrebbe dire anche: I romanzi di Stevenson sono divertenti. Sono pieni di avventure emozionanti.Sono quasi le cinque e mezzo. Non saremo in città prima di buio. Oppure:I romanzi di Stevenson sono divertenti, poiché sono pieni di avventure emozionanti.
Sono quasi le cinque e mezzo, e non saremo in città prima di buio
Ecco però cosa cambia.La prima versione col punto e virgola è più veloce, decisa e unisce a legame stretto gli enunciati.La seconda, col punto, li separa rompendo il legame e togliendo causa-effetto.La terza aggiunge la virgola e, di conseguenza, un avverbio (poiché) o una congiunzione che allungano la frase senza motivo perdendo così efficacia.
La VIRGOLA è invece opportuna in due casi:-se le proposizioni sono molto brevi e hanno una struttura simile e non hanno causa-effettoL'uomo propone, Dio dispone.Il cancello si aprì, il ponte si abbassò, la saracinesca fu sollevata.-nell'espressione colloquiale inserita però in una lettera o in un dialogo, non nello scritto.Quasi non lo riconoscevo, è così cambiato.
Al contrario, ci sono casi specifici in cui NON SI USA IL PUNTO MA LA VIRGOLA.Li conobbi su un transatlantico della Cunard diversi anni fa, che tornavano a New York da Liverpool.Era un gran conversatore, un uomo che aveva viaggiato in tutto il mondo e vissuto in una mezza dozzina di paesi.
Caso eccezionale: se si vuole dare enfasi.
Chiamò e richiamò. Nessuna risposta.
I DUE PUNTI introducono un elenco, sviluppano un concetto (e possono straniare)Un intagliatore coscienzioso ha bisogno di tre cose: un coltello, un pezzo di legno e una veranda sul retro di casa.DA EVITARE perché sbagliato, invece, la frase che segue: Un intagliatore coscienzioso ha bisogno di: un coltello, un pezzo di legno e una veranda sul retro di casa.
I PUNTINI DI SOSPENSIONE sono SEMPRE E SOLO TRE! Non due, non dodici.
"Non ho capito..."
Ho detto che sono TRE! :D
IL PUNTO ESCLAMATIVO va usato il meno possibile per enfatizzare. Se lo si usa troppo, o peggio sempre, perde di efficacia e potrebbe dare fastidio. E' un po' come se una persona usasse il tono della voce alto, sempre. Non ha senso ed è fastidioso.

Io grido sempre e per enfatizzare, uso il martello 
che faccio prima.

capitolo due: elementari norme compositive
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