Visto in tv.
Maradona intervistato da un Kusturica fan estremista. Quello che ne viene fuori è un mix tra il genio e l'idiota, tra il trascinatore del popolo (anche politicamente) e il tizio che si è perso l'infanzia delle figlie per la droga; il tutto con una serie di sequenze dei suoi gol migliori, interviste dirette, sequenze dei precedenti film di kusturica, animazioni, scene documentaristiche della grottesca chiesa di Maradona.
La question è che questo "documentario" ha tutto già nel titolo; non è un film su Maradona, ma è prima di tutto un film di Kusturica. Il regista ama il calciatore ed il personaggio e cerca di paragonarlo ai suoi personaggi, ma questo solo per paragonare sé stesso all'Argentino (la sequenza iniziale è addirittura sfacciata, con Kusturica sul palco che suona e viene introdotto come "il Maradona del cinema").
In una parola, il regista crea l'ennesimo film sull'ennesimo suo personaggio; un personaggio che è un furbo profittatore e un arrogante, ma è anche un vincente, un duro con grandi sentimentalismi, un buono con molta pervicacia e che, nonostante pregi e difetti, ama ed è amato.
La regia caotica che confonde i generi (ho trovato orribili gli inserti animati), eccede in populismo, mete dentro canzoni, crea situazioni paradossali (costruite ad arte), dà ritmo vertiginoso e regala sentimenti prima ancora di capire cosa sta succedendo e perché, ecco questa regia è quella solita di Kusturica, la sua solita regia quando gli riesce bene.
Kusturica loda sé stesso (perché ritiene di essere lui il protagonista di ogni suo film) e qui dirige un falso documentario sul suo ennesimo personaggio balcanico.