maratona Mad Max (Mad Max saga)

Creato il 04 settembre 2013 da Lupokatttivo

Mad Max / Mad Max 2 / Mad Max, oltre la sfera del tuono

Quanto fa con un litro?

Dopo Mad max sara’ tutto diverso. 1997 fuga da New York, Doomsday, Waterworld, perfino Ken il guerriero, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta sono tutti film che devono la loro esistenza al futuro distopico inventato da George Miller. Lo stesso Mel Gibson muove da qui i primi passi di una lunga e prospera carriera. Un progetto partito con quattrocentomila dollari australiani e diventato uno dei film di maggior successo al botteghino. Un progetto che ha al suo interno talmente tante, buone, e nuove idee che ignorarlo vorrebbe dire ignorare la sci-fi moderna.

Mad Max (Interceptor)

Film a mio avviso ancor oggi gradevole per certi aspetti, ma comunque invecchiato in fretta. La tecnica registica un po troppo “old school”, i continui primi piani esagerati, i tempi dilatati, lo fanno percepire in piu’ occasioni come un prodotto un po ingenuo, pur tenendo conto del budget ridotto e della conseguente poverta’ di mezzi. La storia e’ tipicamente anni ottanta con i cattivoni ipertrofici e l’eroe-antieroe un po “Iena”, un po “Maverick”. Il film si trascina leggero per i suoi novanta minuti ma stenta a decollare e a fine visione resta un languorino. Sia chiaro, i lati positivi ci sono: rimangono indelebili “Max”, il protagonista, e la sua automobile con motorone a vista sparato sul cofano, la mitica ed allora fantascientifica v8 “interceptor”, due icone del cinema moderno. Mad max, che gia’ alla sua uscita nelle sale incasso’ uno sproposito, diverra’ un culto, ma lo fara’ in maniera “retroattiva”. Sara’ infatti l’indiscutibile fascino dei due successori a dare al primo capitolo lo smalto che mancava.

Mad max 2

Mad max 2, aka “Interceptor, il guerriero della strada”, per noi italici. Questo secondo capitolo si presenta quasi come un film a se stante, legato al primo “Interceptor” solamente dall’incipit iniziale e naturalmente dal personaggio principale. Si abbandona completamente il concetto del “Max” poliziotto, e la mitica “V8 Interceptor” lascia il posto da protagonista a Mel Gibson. La pellicola e’ uno dei primi esempi di post-apocalittico main stream. Il plot narrativo e’ semplice e distopico al punto giusto: il mondo come lo conosciamo e’ andato a puttane a seguito di una non meglio precisata guerra tra nazioni; rimangono sopravissuti qua e la che lottano per il dominio sulla poca benzina rimasta. Gli scenari e i personaggi sono perfetti; le macchinacce scassate e raffazzonate alla meno peggio, le cittadelle nel deserto, l’autocisterna con le torrette di difesa faranno scuola e diverranno icone di un certo tipo di cinema. Anche Max, nella sua tutaccia di pelle e’ un icona. E’ un film bello, potente, particolare, sicuramente non per tutti, poco, pochissimo dialogo, 10 battute al massimo quelle di Gibson, tanta musica, belle immagini, tanta azione girata “live”. Un opera che, tra i tantissimi meriti, ha anche quello di aver inventato un genere.

Mad max – oltre la sfera del tuono

Ultimo capitolo della saga, sicuramente il piu’ “holliwoodiano”, il budget sostanzioso si fa sentire, le ambientazioni sono sublimi, alcune immagini veramente eccezzionali, fantascienza distopica al suo massimo. Il film parte in quinta, azione e pathos gia’ nei primi minuti, BarterTown, cittadella post atomica nel deserto e’ resa in maniera eccellente. I maiali nei sotterranei forniscono metano, il metano fornisce elettricita’, l’elettricita’ fornisce a BarterTown la parvenza di una citta’ moderna. Il potere e’ diviso fra 2 personaggi che sono icona del film, Tina Turner, autrice anche della splendida colonna sonora, nella parte di legislatrice pseudo-medioevale (quando il patto e’ rotto decide la ruota), e “Master-blaster”, giano bifronte, la conoscenza e il braccio. Max nel mezzo, ipotetico ago della bilancia.
La parte centrale, piu’ dilatata e “disneyana”, offre un parallelismo con “Il ritorno dello Jedi”, uscito qualche anno prima, i bambini del deserto e Max, come gli Ewoks e D3BO, il messia e la terra promessa.
Finale di nuovo action, corse in macchina, camion su rotaie, tutto rigorsamente post-apocalittico.

We don’t need another hero

Mad max offre la possibilita’ di leggere la trilogia in maniera bilaterale, anche partendo da cio’ che piu’ piace, ce ne sara’ comunque per tutti i gusti. I tre film, pur contigui, sono tre prodotti profondamente diversi tra loro. Dal primo, ruvido, cupo, low-budget, all’ultimo, ricco, avventuroso, foriero di buoni sentimenti. In mezzo il secondo capitolo, sicuramente il migliore della saga. Per tutti gli amanti delle pellicole d’azione, per tutti i gli amanti della fantascienza apocalittica, per tutti gli amanti del buon cinema, Max e’ una tappa obbligata.