Maraviglioso boccaccio
Creato il 04 marzo 2015 da Veripaccheri
Maraviglioso Boccaccio
di Paolo e Vittorio Taviani
con Riccardo Scamarcio, Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca
Italia, 2015
durata, 120'
Non ci faremmo irretire
dalla solita domanda ma certo la curiosità è tanta intorno alla scelta
del fratelli Taviani di proporre oggi, una rivisitazione delle novelle di
Giovanni Boccaccio.
E'
noto
che il progetto costituiva da tempo uno dei sogni nel cassetto dei due
registi, così come sappiamo della predilezione dei nostri per i film in
costume e per le storie tratte dai grandi della letteratura. Ciò non
toglie che alla luce di quello che propone il tempo presente in termini
di crisi e di sconvolgimenti, la favola dei ragazzi che si chiudono al
mondo per sfuggire alla peste che nel 300 colpisce Firenze e i suoi
cittadini
fa pensare non solo a un voluto cortocircuito tra il passato e il
presente
della nostra nazione ma anche a una via d'uscita dai mali contemporanei,
che i Taviani sembrano individuare in un ritorno alle nostre radici
culturali e a una
bellezza che la campagna toscana, con le sue nobili dimore, di certo
rappresenta. Ovviamente, essendo il Boccaccio un'umanista, nel film dei
Taviani lo spazio riservato alle figure in movimento conta eccome, e
anzi, lo stuolo di attori, soprattutto giovani e giovanissimi, accorsi
alla corte dei maestri non sfigura affatto.
A loro e ai loro volti, i
maestri dedicano primi piani che danno mistero a fisiognomiche
ampiamente risapute e nello stesso tempo riescono a tratteggiare di una
bellezza senza tempo la modernità di quelli appena arrivati. Ma il
fascino e allo stesso tempo il difetto di un film come "Maraviglioso
Boccaccio" consiste nel fatto di nutrirsi della propria dimensione
artistica, svincolato com'è da logiche commerciali che appaiono evidenti
nella scelta di portare sullo schermo un modo di raccontare che al
contrario di precedenti versioni evita ogni tipo di licenziosità
sessuale, lasciando all'immaginazione quello che altri hanno "regalato"
alla vista.
La bravura di Taviani è quella di far si che la tensione
pittorica e la plasticità delle immagini pur presente non prenda mai il
sopravvento sulla materia narrata. L'equilibrio che ne deriva rende il
film un oggetto prezioso, e certe sequenze, come quelle potenti e
drammatiche che aprono il film raccontando la paura e la morte provocata
dalla terribile pandemia restano impresse e mettono a disagio.
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