MARC CARROLL, Stone Beads And Silver

Creato il 23 febbraio 2013 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Esce per One Little Indian il nuovo album dell’irlandese Marc Carroll, ora trapiantato in California. Stone Beads And Silver è stato registrato a Los Angeles e Woodstock nell’estate 2012, ed ha tratto vantaggio dal passo indietro che l’artista ha compiuto rispetto ai lavori precedenti: qui, infatti, controlla per intero le fasi di registrazione e suona tutti gli strumenti.

Per l’occasione entrano in scena musicisti americani di spessore provenienti da diversi background: Bo Koster dei My Morning Jacket, Nelson Bragg e Probyn Gregory (della band di Brian Wilson), McKenzie Smith (batterista dei Midlake) e del veterano Larry Campbell (ex spalla di Bob Dylan e sodale di Levon Helm), tutti scelti per la loro professionalità e l’intima comprensione della storia della musica americana. La produzione è delegata al blasonato Chris Testa, celebre per la sua attività con Dixie Chicks, Jimmy Eat World e Band Of Horses. Con tutta probabilità è stato questo lasciare le redini a un orecchio esterno, col suo cambio di prospettiva e il lavoro relativamente più distaccato, ad aver permesso risultati apprezzabili su più fronti.

Il dublinese si allontana dunque dal pop rock del debutto Ten Of Swords (2003), la sua voce diventa più rugginosa del solito e il cantato è maggiormente focalizzato, emerge pure un buon intreccio di strutture folk e country. Il metodo di Carroll è da sempre quello di non avere un piano predefinito e lasciare che le canzoni dettino loro stesse la direzione che vogliono prendere, perciò anche questo lavoro non si vincola a un unico stile. La scelta del primo singolo è caduta sulla non-canzone-d’amore “(It Was) Lust Not Love” coi suoi classici tre minuti dalla melodia accattivante e beffarda. L’inizio del disco è notevole: “Muskingum River” è il secondo singolo, tratteggiato come una ballata tradizionale profonda e scura. “Sat Neath Her Window” occhieggia ancora alla cara Dublino e sa essere un pezzo folk a tutti gli effetti. Le parti che invece si abbandonano ad eccessive dolcezze, come in “You Can Never Go Home” e “They’ll Never Find Us Here”, fanno perdere mordente al disco, che avrebbe beneficiato per intero del trasporto grazie al quale i due singoli brillano.

In definitiva, se si guarda all’intera produzione di Carroll, sicuramente il nuovo sapore americano e dai precisi connotati folk rende quest’uscita la migliore accanto all’antologia di un paio di anni fa In Silence.

Tracklist

01. Muskingum River
02. The Fool Disguised In Beggars Clothes
03. Nobody, No Nothin’
04. They’ll Never Find Us Here
05. If Only To Reminder
06. (It Was) Lust Not Love
07. The Silence I Command
08. Sat Neath Her Window
09. You Can Never Go Home
10. Delicate Grace

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