Marc Chagall

Creato il 21 gennaio 2015 da Eva Gatti @avadesordre

La retrospettiva completa del grande pittore ha il pregio, non solo di mostrare l'evoluzione creativa di uno dei più noti artisti del XX secolo, ma di rivelarne l'estrema sensibilità che traspare dallo sguardo delle foto che illustrano il pannello della biografia.
March Chagall non è solo il sognante pittore di figure volanti ma un'artista che ha sempre mostrato interesse per le diverse correnti pittoriche cimentandosi con esse, soprattutto dopo il primo viaggio a Parigi, pur restando fedele al fantastico mondo chassidico degli ebrei russi: davanti ai suoi quadri più leggiadri una, forse neanche tanto strana, associazione d'idee mi ha fatto pensare alla vitalità surreale del film Train de vie.
Se la pienezza della vita traspare nelle opere della seconda metà degli anni '10, dopo il matrimonio con l'amata Bella, al rientro dal primo viaggio a Parigi, in quadri come La passeggiata che campeggia sulla locandina o Il poeta giacente, Chagall sa presentire gli orrori della guerra e descriverne tutta la tragedia fin dagli anni' 30 in opere come La caduta dell'Angelo o Incendio sulla neve che hanno la stessa potenza che possiamo trovare in Guernica di Picasso.
Non è neppure un caso strano che il Palazzo Reale di Milano dedichi questa mostra a Chagall a un anno di distanza dalla mostra su Picasso, entrambi gli artisti, con esiti speculari si sono imbevuti delle avanguardie artistiche sapendole piegare alla propria personalita profondamente legata alla tradizione locale da cui provenivano espressa nel simbolismo degli animali totemici (il solo toro per Picasso, il gallo la mucca o l'asino per Chagall).
Nonostante il successo, la felicità ritrovata accanto alla seconda moglie Vava, dopo la scomparsa di Bella, il tratto di Chagall difficilmente torna alla levità e alla luce giovanile, a dimostrazione dell'enorme sensibilità del pittore, dal profondo sguardo introspettivo: la biografia giovanile Ma Vie e gli schizzi che la illustrano presenti in mostra, dimostrano una valenza di indagine autobiografica piuttosto che un egocentrismo esasperato, come si potrebbe pensare superficialmente.
L'esposizione indaga anche le altre esperienze di Chagall: i bozzetti teatrali per scenografie e costumi per i balletti, le illustrazioni de Le Favole di Fontaine, tantissimo materiale esposto ma non credo sia la vastità della collezione a esaurire lo spettatore, piuttosto è l'enorme empatia emotiva che si avverte con le opere a lasciare piacevolmente spossati.

P.S. i dipinti citati sono nella board pinterest


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