MARC GANANCIAS, Policy Of Discontent

Creato il 11 gennaio 2014 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Marc Ganancias, musicista dell’area di Washington DC da sempre legato alla scena hardcore punk, giunge al suo terzo album solista. Qui viene affiancato – tra gli altri – da Steve Hansgen (Minor Threat) al basso, Phillip Harrington alla batteria e da un ospite di lusso come Dave Smalley (Down By Law, Dag Nasty, All). La produzione, poi, è opera di tal Don Zientara e dei suoi Inner Ear Studio, mentre gli ultimi tocchi sono stati firmati da Sam Williams (Down By Law, tanto per buttare lì un nome) in fase di mastering. Se questa lista non vi dice nulla, probabilmente vi siete persi la storia dell’hardcore e del punk negli ultimi tre decenni, il che sarebbe un vero peccato, ma anche in questo caso Policy Of Discontent potrebbe rientrare nel vostro raggio di azione, perché non si sta parlando di punk o per lo meno non della sua forma usuale, quanto di una sua versione contaminata da una forte vena rock e persino da un retrogusto folk, inteso come popolare e a tratti tradizionale. Le quindici composizioni flirtano infatti con una chiara matrice americana, sia a livello di immaginario sia di suoni, strizzano l’occhio a Mike Ness e ai Social Distortion e si gettano a capofitto in un blend che colpisce dritto l’ascoltatore senza troppi giri di parole. Nel suo terzo lavoro Ganancias fa convivere le sue due anime e i suoi amori musicali, per cui fa danzare insieme Joe Strummer e Roy Orbison, Bob Mould e Bruce Springsteen, il tutto sotto forma di rimandi e sprazzi di colore che nulla tolgono alla personalità e alla resa di un album ricco di sfumature differenti eppure sempre coeso, figlio di un musicista e, soprattutto, di un autore capace di costruire brani a fuoco e ispirati. In fondo, si tratta solo di solido rock dall’attitudine punk, a tratti acustico ma mai addomesticato, perché la passione e la sincerità non vengono mai meno e filtrano da ogni singola nota, il che segna una linea netta e ineludibile tra Policy Of Discontent e il mondo di plastica in cui si agitano tanti dei suoi concorrenti. Magari quest’ultimo aspetto conterà poco per la maggior parte dei potenziali ascoltatori, ma dovrebbe significare tutto o quasi per chi legge queste righe.

Tracklist

01. Add Vice
02. Image State
03. Breath Unsure
04. Wake The Dead
05. Reflection
06. Bitter Suite Reservation
07. Yours Truly (feat. Dave Smalley)
08. Fading Candles
09. Trophy Wife
10. Live With It
11. Miscarriage
12. Vicariously
13. Middlebrow
14. Envy street
15. Rhetoric Diseases

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