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Marcello D’Orta. Era tutta un’altra cosa. I miei (e i vostri) anni Sessanta

Creato il 02 giugno 2012 da Fabry2010

Marcello D’Orta. Era tutta un’altra cosa. I miei (e i vostri) anni Sessanta

di Guido Michelone

A ventidue anni dallo strepitoso e inaspettato successo con Io speriamo che me la cavo – il libro di temi carichi di strafalcioni dei bambini delle elementari napoletane – e dopo altri libri sulla scuola (dal sequel Dio ci ha creato gratis al recente Aboliamo la scuola), il cinquantanovenne ex maestro partenopeo debutta nella narrativa con un romanzo che sta in mezzo all’autobiografia e al saggio, quasi una memoria storica pubblica e personale, collettiva e privata di un decennio cruciale sia per l’Autore sia per l’intera società italiana. D’Orta vive il decennio 1960-1970 tra i sette e i sedici anni, dunque in quella fase evolutiva che va dall’infanzia alla post-adolescenza: per l’intero genere umano essere bambino, ragazzo, giovane e poi uomo nel giro di pochissimo tempo è un’esperienza fondante assai impegnativa sotto il profilo biologico e soprattutto esistenziale. A tutto ciò si somma l’importanza obiettiva di un decennio-chiave per le sorti del mondo e della nazione: i favolosi Sixties vogliono infatti dire John Kennedy e Nikita Kruscev, Papa Giovanni XIII e Papa Paolo VI, Malcolm X e Luther King, Che Guevara e Mao Tse-Tung, il Concilio Vaticano II e la decolonizzazione, la guerra in Vietnam e le guardie rosse, i contestatori e gli hippies, i Beatles e i Rolling Stones. Per il piccolo Marcello, nato e cresciuto in vicolo Limoncello, con padre spesso disoccupato e madre solo casalinga, con altri cinque fratelli in un alloggetto umido nel quartiere povero, la vita agli inizi non è così diversa da come è descritta dal neorealismo o nelle commedie di Eduardo. Ma anche Napoli, a suo modo, viene attraversata dal boom economico: e il miracolo laicissimo del benessere materiale investe quindi la famiglia D’Orta in quegli aspetti edonistici e comportamentali che connoteranno a lungo la nuova identità dell’italiano medio; consumismo e massificazione sono forse le due facce della stessa medaglia che in fondo seguono di pari passo la vita di Marcello dalla prima elementare fino alla superiori: e la vita del bimbetto, poi ragazzino perbene (nulla a che fare con i pur attigui scugnizzi già dediti alla malavita) trascorre in quegli anni fra retaggi del passato e fede in un progresso composto da modernità e tecnologie, frigorifero e televisore, oggetti quotidiani che incidono su un tenore di vita sempre più elevato. E nel libro, in trentanove capitoli ben amalgamati, dallo stile volutamente piatto e semplificante, si passano in rassegna anche questa microstorie dal cibo ai giochi, dalle serate alla vacanze, dai giornalini ai filobus, giungendo alla fine – tra flussi naturali e reminiscenze con note a piè pagina – a comporre un quadro più individuale che rappresentativo, con una sorpresa finale (non svelabile ora) che deve far riflettere.

D’Orta Marcello, Era tutta un’altra cosa. I miei (e i vostri) anni Sessanta, Barbera Editore, Siena 2012, euro 14,90.


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