Marcia per la vita

Da Martatraverso

Domenica scorsa ero a Torino al Salone del Libro, lontana dalla solita vita e con occhi e orecchie in standby rispetto a quanto accade nel mondo. Sono momenti di stasi mentale che servono a ricaricare le batterie ed essere più energici al ritorno.
Non ho tuttavia potuto fare a meno di seguire l'hashtag #marciaperlavita, su cui mi è caduto l'occhio attraverso l'account Twitter di Loredana Lipperini. Ancora una volta i temi etici diventano il pretesto per sfogare la rabbia e la cattiveria che ciascuno di noi, per varie ragioni, si porta dentro: una croce nera con attaccati sopra decine di feti (trovate la foto nello Storify qui sotto) per ricordare alle donne che anni di battaglie, manifestazioni, appelli e vittime potevano essere evitati, perché l'autodeterminazione della donna è la via maestra che porta all'inferno. Lo screenshot di un annuncio di Infojobs (idem, lo trovate nello Storify) come unico mezzo per contrattaccare, come se la laicità non avesse valori e idee più forti da argomentare.


Ed è triste che duemila anni fa un ragazzo di 33 anni sia morto per lasciarci fare tutto questo
Ecco una sintesi di cosa si è detto e di cosa si sta continuando a dire in rete su #marciaperlavita


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