In questi giorni RAI 3 ha ricordato la tragedia di Marcinelle quando i minatori italiani, emigrati per lavorare nelle miniere di carbone del Belgio, morirono in una terribile disgrazia a quasi un chilometro di profondità sotto terra.
La figlia del grande Enrico Berlinguer, non certo all’altezza del padre, ha tentato si stabilire una relazione fra quei migranti e quelli che arrivano sulle carrette del mare degli schiavisti sulle coste della nostra isola di Lampedusa e della Sicilia.
Sono operazioni, accostamenti, di vera disonestà intellettuale e, come tutte le cose tirate per i capelli per dimostrare realtà di comodo che bisogna far digerire al volgo non pensante, mi danno un profondo fastidio.
E’ in corso da parte dei post-comunisti e della Chiesa di Roma il tentativo di farci accettare l’immigrazione illegale e clandestina che comporta e comporterà danni al nostro già malridotto Paese.
Chiunque, leggendo queste note, pensi che non ho compassione per questi disperati che arrivano dall’Africa e anche dal Pakistan si sbaglia e travisa il mio pensiero, che poi ho scoperto essere un pensiero comune proprio fra le persone che non hanno interesse a sfruttare questa umanità che fugge dai propri Paesi, oppressi e sfruttati da governanti e sgovernanti che dovrebbero essere passati per le armi insieme agli schiavisti, avventurieri che con irreali promesse carpiscono loro i magri soldi racimolati per raggiungere questo Paese sovraffollato ed in affanno.
Questa riedizione della schiavitù è vergognosa e vergognoso è da parte del nostro Stato continuare ad accogliere questi disperati indiscriminatamente.Siamo l’unico Stato Europeo a farlo: Malta se ne infischia e la Francia, che pure ha qualche colpa colonialista in Africa, ha respinto a Ventimiglia i migranti a cui l’improvvida Italia aveva rilasciato un lasciapassare come paese Europeo.
Che non si accosti questa invasione gestita dagli schiavisti, colpevoli i capi dei vari stati africani da cui questi loro figli fuggono, con l’emigrazione italiana!!Sono stata testimone di questo fenomeno in prima persona nel piccolo paesino da cui provengono i miei genitori.Non è un paesino del sud dell’Italia come si sente in televisione: ma un paesino del centro Italia. Non è un paesino di braccianti ma di piccoli agricoltori diretti. Eppure ho conoscenza diretta di persone che sono partite per il Belgio, per il Canada già con il contratto di lavoro in tasca! Al Belgio servivano come servivano al Canada e mai li avrebbero fatti entrare senza tali contratti di lavoro in tasca!C’erano precise regole d’accesso.Si vede bene che l’accostamento con chi raccoglie i soldi per l’arrembaggio alle nostre coste, ormai così permeabili, fidando in promesse irreali di delinquenti, non è possibile ed è un’offesa ad umili lavoratori italiani che, per migliorare la propria condizione economica ferma alla sussistenza, accettavano di andare in un altro Paese con un contratto in tasca, accettavano di lavorare sotto terra come i topi o i vermi, piegandosi umilmente a vivere in case di villaggi poveri, cercando di seguire le regole del Paese che aveva bisogno di loro per le miniere, e senza urlare e pretendere come spesso fanno i migranti che si sono fidati degli schiavisti traghettatori, come se l’aver creduto alle loro bugie fosse colpa nostra, dell’Italia che usa uomini e mezzi per loro, che spende le magre risorse per loro, anche se delle carrette che arrivano dall’Africa non ha proprio bisogno.