Marco è diventato arbitro di volley ai massimi livelli nazionali. La promozione in A1 l’ha sognata per anni e l’ha conquistata proprio nel periodo della malattia, festeggiandola con un lungo pianto liberatorio di felicità. Nei fine settimana gira i palazzetti di tutta Italia; lo conoscono gli atleti, i dirigenti, i giornalisti, il pubblico. Che ovviamente non gli fa mai mancare qualche “insulto”, ma Marco non li sente neanche più, gli scivolano addosso. Non perché si creda infallibile (“il miglior arbitro è quello che ammette il proprio errore, che parla con i giocatori ed eventualmente chiede loro aiuto”), ma perché da quando è guarito guarda la vita da un’altra prospettiva e più che la forma delle cose considera la loro sostanza, la loro essenza (“la pallavolo è un gioco, la vittoria sta nel giocarla, non nel punteggio finale; cos’è una brutta parola di fronte all’essere parte della partita e all’emozione di un palazzetto?”)
Essenziale, con il suo profumo e con la sua naturalezza, è il limone, da cui ha tratto ispirazione per il titolo del suo primo libro. L’ha scritto per raccontare la sua testimonianza, non per far sapere al mondo che lui ce l’ha fatta ma per invitare tutti a provarci. Spesso è impossibile guarire da una brutta malattia; ma vincerla non vuol dire per forza uscirne, significa riuscire a trovare anche solo qualche momento di spensieratezza e felicità (“una battuta di un infermiere quando sono entrato in ospedale mi ha salvato la vita”, “ mentre ero in ospedale, il gol di Zalayeta contro il Barcellona nei quarti di Champions del 2003 mi ha fatto saltare in piedi gridando, anche se faticavo a stare seduto”).
Critiche, anche se pesanti e dolorose, ne ha raccolte pochissime. Soddisfazioni, al contrario, le ha trovate in ogni angolo (“non dimenticherò mai quel papà che mi telefonò per dirmi che suo figlio, dopo aver letto il mio libro, aveva ricominciato a mangiare”). Sono l’unico combustibile che Marco brucia per andare avanti nella scrittura e nella presentazione dei lavori; il denaro che ricava dalla vendita dei suoi libri non lo mette in tasca ma lo utilizza per comprare materiali e attrezzature per gli ospedali. Non manca molto all’acquisto di un ecografo, una sfida complicata, ma che Marco Braico sa già che vincerà.
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