Marco Candida e il riscatto dei bamboccioni

Creato il 26 settembre 2012 da Tipitosti @cinziaficco1

Una nuova segnalazione, che pubblico volentieri. Arriva da Francesco, il quale ci consiglia la lettura di Bamboccioni voodoo, un libro scritto da Marco Candida, edito da Historica.

Bamboccioni voodoo è una raccolta di sedici racconti, circa duecento pagine. E’ una lettura tosta, perché ci vuole un certo fegato ad affrontare la lettura di sedici racconti di genere horror, che si incrociano a una delle tematiche più imbarazzanti di questi anni, che è quella dei bamboccioni. Come dire horror che si aggiunge ad altro horror. Alcuni racconti si capisce subito che cercano di essere importanti, altre sono letture più leggere, molto più scanzonate, ma hanno in comune un dato: mettere il dito nella piaga del “bambocciume”.

Chi sono i bamboccioni? Sono quei tipi piuttosto immaturi, incastrati dal sistema universitario e lavorativo italiano in crisi e che non hanno abbastanza coraggio di andarsene e prendere in mano la propria esistenza, rischiando tutto quel che c’è da rischiare. Così preferiscono restare in casa da mamma e papà. Per riassumere il senso complessivo dell’opera ci si può forse appoggiare a una frase pronunciata da Barley Blair nel vecchio romanzo di spionaggio di John LeCarré La Casa Russia: “Bisogna comportarsi da eroi per riuscire a essere galantuomini appena passabili”.

Ci laureiamo, cerchiamo lavoro, e lo facciamo senza capire che nessuno ci deve niente, in fondo in fondo ce lo aspettiamo un certo “passaggio di consegne” da parte delle vecchie generazioni alle nuove. Invece no. Non è così. Non lo è mai stato. La storia lo insegna. Guerre. Rivoluzioni. Bisogna sforzarsi di essere degli eroi, tentare qualcosa di grande, qualcosa di nostro, per diventare galantuomini appena passabili. Certo, le guerre è meglio non farle e le rivoluzioni non servono a molto, grosso modo lo abbiamo imparato. Ma dobbiamo dare un nostro contributo, creare qualcosa di nostro e non aspettare questo fantomatico “passaggio delle consegne”. Studiamo per trovare lavoro, come se fosse dovuto. Ma non lo è, per niente. Se studi Medicina non lo fai perché ti interessa semplicemente quella materia – anzi forse l’intesse è all’ultimo posto. Ormai diamo per scontato che lo fai per diventare medico, per il tuo futuro, studi al fine di diventare. Forse bisognerebbe cominciare ad accorgersi invece che i due quartieri (studio; lavoro) sono separati e che entrare nell’uno non significa avere necessariamente il diritto di entrare nell’altro. Parole difficili da accettare, ma forse bisogna cominciare a guardarla così, la questione. Come vedete questa è una lettura tosta, che dice cose toste e affronta argomenti tosti, caldi, che ci riguardano sul serio. Lo fanno in modo leggero e lo fanno in modo più serio, ma alla fine sempre di Bamboccioni voodoo si tratta. Ossia, di storie di individui totalmente in mano ad altri, destinati alla cancellazione.

Ma, attenti, alla fine il riscatto arriva.

                                                                                                                                                                                                                                                                                 Francesco


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