Marco Caporali, sostieni il peso del tuo corpo

Da Narcyso

C'è un dire solenne in queste poesie, nobile e sincero, secondo un procedere "retorico" che appartiene a certa letteratura latina. Marco Caporali dà massimo peso all'asciuttezza della forma, inserisce la riflessione dentro l'accadere - quindi è la vita che, accadendo, conduce la parola, spostandola, però, verso le tavole della legge piuttosto che le lapidi: " Ancora ci narra / un'esile fiaba / che nulla rigetta del mondo / e ogni giorno festeggiando si rinnova", dice il poeta proprio negli ultimi versi dell'ultima poesia.
Così una scena, una piccola cosa osservata per strada, è occasione di un riflettere, come di una sentenza utile a tutti.

Mentre ritorno anonima comparsa
nella foto scattata da un passante
a un treno in arrivo
tutto quel che si perde in lontananza
consente a quel che è prossimo di schiudersi.

p. 10

È evidente, dunque, che questa poesia non si sottrae a una funzione di raccordo tra la meditazione e il mostrarsi della semplice vita, dove tutte le creature sono investite del compito di imparare qualcosa, ferendosi.
Da insegnante qual è, Marco Caporali sembra allora investire la realtà di una necessità, necessità di apprendere, almeno, che non tutto si disperde ma lascia traccia di una bellezza difficile.
Ci sono poesie, per esempio, che si svolgono in un campo scuola, quindi in una palestra di vita, accompagnando i ragazzi a vedere il mondo, a imparare con la parola di un maestro.
Eppure ce ne sono altre dove lo sguardo rimane senza appiglio, con la sola possibilità di cogliere l'essenziale e di dirlo con pochissime parole. Con le pochissime parole degli haiku, per esempio, i pochissimi attrezzi per salvarsi su un'isola dopo un naufragio.
In questi testi Marco Caporali prova a delineare i contorni di un paesaggio o una riflessione minima necessaria alla sopravvivenza.

Da un lato nebbia
dall'altro si dirada
ogni paura

*

Sostieni il peso
del tuo corpo slanciato
e in sé raccolto

Sebastiano Aglieco

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MOTIVAZIONE PER L'ASSEGNAZIONE DEL PREMIO "LUCIANA NOTARI", (Secondo classificato)

Marco CAPORALI, tra massi erratici
La poesia di Marco Caporali abita il mondo e ne riporta la deposizione misteriosa, testimonia uno sconosciuto e intimo luogo d'origine che ora si è rotto per diventare evidente e popolare il mondo, proprio come i massi erratici che danno titolo al libro. Caporali poeta tiene dunque la sua persona al cospetto del mondo, ambiente dal quale lasciar salire la propria esperienza del vivere, che ricade sulla pagina incidendola a volte con segni di esattissima malinconia. Il contatto con il paesaggio, gli umani e le umane forme dell'arte è continuo: la poesia di Caporali trae da sempre - e anche qui - ispirazione dalla natura e dell'altrettanto naturale lavoro umano, dall'umana abitazione del mondo, con declinazioni di struggente tenerezza, con rivoli di gioia e di una leggerezza matura, che si esprime perfettamente nella bellissima serie di haiku posta al centro del libro, dove abita la densa leggerezza, la chimica quasi aliena del Giappone.