Dai primi giorni di questo mese di agosto, gira per San Miniato uno strano animale, azzurro di colore.
Ha fatto la sua prima sgroppata per le sconnesse vie cittadine in occasione dell'"attaccatura" del "6x3" del Bucciano.
E' Marco Cavallo, l'ospite di riguardo dell'edizione del Palio di San Rocco di quest'anno.
Marco Cavallo è una macchina teatrale di legno e cartapesta, dal colore azzurro. E' un’opera collettiva realizzata nel 1973 dentro il manicomio di Trieste, di cui era direttore Franco Basaglia. S’ispira a un cavallo in carne ed ossa, adibito al trasporto della biancheria nell’ospedale psichiatrico, che fu salvato dal macello. Divenne il simbolo della volontà di liberare i malati di mente da una psichiatria antiquata, fondata sulla reclusione, contro la quale Basaglia si batté fino alla riforma del 1978, che sancì la chiusura dei manicomi.
Marco Cavallo, un destriero azzurro come quelli di Franc Marc, fu costruito da Vittorio Basaglia in un laboratorio corale di degenti, artisti, infermieri, medici e tanti amici.
Questo cavallo ha iniziato a girare il mondo il 25 febbraio 1973, quando Franco Basaglia ha spaccato con una panchina di ghisa il muro di cinta dell'Ospedale psichiatrico triestino, che lui chiamava il muro della reclusione, perché Marco Cavallo era così grande che non riuscivano a farlo passare attraverso il portone principale.
Da allora Marco Cavallo ha cominciato a viaggiare per il mondo. Dai suoi viaggi sono nati spettacoli, poesie e incontri.
È stato uno scrittore e poeta dalla fantasia metamorfica, Giuliano Scabia, a scrivere questa storia, scritta tra il 1973 ed il 1976, e pubblicata sotto il titolo: Marco Cavallo. Da un ospedale psichiatrico la vera storia che ha cambiato il modo di essere del teatro e della cura.
Giuliano Scabia, nato a Padova nel 1935, mentre attualmente vive a Firenze, è scrittore, poeta, drammaturgo, narratore dei propri testi, e protagonista di alcune tra le esperienze teatrali più vive degli ultimi decenni.
Nel giorno di Ferragosto, Giuliano è a San Miniato, è stato invitato da Andrea e Lapo a raccontarci la storia di Marco Cavallo, e a parlarci di se.
Aspetta la comitiva che si è radunata nel pomeriggio a San Genesio, dove ha visitato gli scavi, e che poi si è incamminata per viottoli e resole, per salire, passando per Sant'Angelo, verso San Miniato, nella chiesa di San Lorenzo al Nocicchio.
Qui si racconta e racconta di marco cavallo ed altre storie, poi si incammina con noi verso la piazzetta di Pancole.
In piazzetta Pancole ha inizio un corteo con i membri della comitiva di pellegrini-passeggiatori che si caricano di un cartello ciascuno e sfilano per via Maioli, fino a piazza Bonaparte, dove la gente, in attesa, ammira ed applaude.
Per finire, i cartelli vengono raccolti dentro l'oratorio, così che, almeno simbolicamente, Marco Cavallo incontro San Rocco.
Marco Cavallo continuerà, anche dopo quest'incontro, la sua corsa senza sosta, nei più diversi Paesi, anche oltre oceano.
Continuerà ad arrivare dovunque c'è qualcuno che deve dire, denunciare, domandare...
Continuerà a viaggiare per allontanare la smemoratezza che rischia di cancellare dal presente ogni traccia del passato profondo, per restituire ai giovani una storia che non hanno potuto sapere.
Continuerà a fermarsi davanti ai servizi psichiatrici chiusi, vigilati da opprimenti telecamere, dove le persone sono legate.
Continuerà a fermarsi davanti ai luoghi dove le persone muoiono di psichiatria, come davanti al dolore degli ospedali psichiatrici giudiziari e delle carceri, o davanti ai centri di salute mentale vuoti.