“A un giorno dall’esperimento che avrebbe dovuto stravolgere le sorti del mondo (mi riferisco allo scontro delle particelle presso il “Cern” di Ginevra), non si hanno effetti visibilmente rilevabili. Nessuna anomalia da segnalare, piuttosto che novità di particolare impatto. La periodicità del tempo che scorre, ancora una volta, è segnata da una nuova crisi, con dibattito e separazione a breve di una delle mie più care amiche. Se l’armonia subatomica è dovuta al rapporto di neutrini, neutroni e quant’altro, la disarmonia interpersonale si basa sulle difficoltà di accettare le diversità degli altri. Trovare un legame stabile nelle molecole, è molto più facile della ricerca di un’anima che resista a confrontarsi con la sua controparte, per un periodo superiore allo scorrere delle quattro stagioni. Il vero bigbang è quello che dà vita alla scintilla dell’amore, fenomeno portato all’espansione del cuore, ma che, in molti casi, implode secondo schemi consueti, fino a creare un vero buco nero nell’animo degli amanti. Chissà se tutto questo potrà essere chiarito in futuro secondo una sperimentazione falsificabile. L’amore di per sé è scienza, per il solo fatto che si possano ripercorrere, secondo fasi costanti e ripetibili, tutti gli stadi della sua evoluzione”.
L’abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare qualcosa della sua vita parecchio dinamica, che ha ispirato il libro.
Dunque Marco, Cosmo Capoverde, il tuo alter ego, che, nonostante la malattia, continua a correre, a vivere, ad amare.
Sì. Siamo nel 2008. Cosmo Capoverde si ritrova da un giorno all’altro senza più sentire nulla a causa di una malattia. Cosmo aveva deciso di scrivere un libro sulla corsa, ma, dopo aver incontrato Laura, parte alla volta di una lunga maratona introspettiva, che lo porterà a riconsiderare la realtà secondo nuovi punti di osservazione. Aveva sempre avuto paura di esprimersi e dichiarare apertamente quello che sentiva e provava, prima di tutto a se stesso, ma scopre che ora ha il problema opposto: quello di aver troppe cose da voler raccontare. Un diario biografico, che non lascia spazio a false speranze o a interpretazioni illusorie e per questo ancora più sorprendente.
Maratoneta, imprenditore. Da poco anche scrittore. Il tuo limite fisico non ti ha mai ostacolato! Ma chi è davvero Marco Frattini?
Beh, sono un ragazzo di 37 anni, laureato in odontoiatria, maratoneta, scrittore per diletto e ora imprenditore, che continua a porsi immancabilmente questa domanda: che farò da grande?
Quanto è stato faticoso scrivere il libro?
Non è stato faticoso come si potrebbe pensare, anzi. La cosa più impegnativa e comunque, molto stimolante, è farlo conoscere. Ci fosse un editore in grado di guardare un po’ più in la del suo naso!
Il libro è stato un viaggio dentro te stesso. E’ stato doloroso? Il tuo rapporto con la disabilità da 1 a 10?
Undici
Del tuo libro, cosa desideri rimanga maggiormente impresso nel lettore?
La voglia di combattere. Di non arrendersi. E poi, ovvio, un buon ricordo.
Grande persona, molti amici e molto cuore: cosa è nato dopo il libro?
Un tour che prosegue da ormai tre anni e che mi ha permesso di girare per l’Italia e incontrare moltissime persone.
Nelle tue oltre duecento presentazioni in Italia e all’estero, visto che sei arrivato fino in Islanda, qual è stato il riscontro che ti ha emozionato di più?
Presentare il mio libro è una cosa che mi diverte, che ci siano una persona o trecento, cambia poco quando attacco a parlare. Le domande più sorprendenti, inaspettate e senza dubbio controverse sono quelle dei bambini e dei ragazzi: che coraggio e che intelligenza!.
Quale è il tuo messaggio?
Ho scritto questo libro per me, non credevo di dover proclamare per forza qualcosa. Alla fine sembra ne sia uscito un inno alla vita. Che sia così allora!.
I tuoi progetti futuri?
Il solito obiettivo che rincorro da tempo: conquistare il cuore di una donna
Matteo Selleri