20 dicembre 2014 Lascia un commento
Il comune ha deciso che La Palazzina dei Giardini, sede di tante, tantissime mostre curate dalla Galleria Civica con grande passione, rispetto e amore, debba essere destinata a esporre cotechini e prosciutti, come se la citta’ non sapesse produrre altro, non possa rappresentare altro.. In realta’ e’ forte il sospetto che la citta’ sia ormai finita, dal momento in cui la cultura pare non avere piu’ spazio, salvo appunto la Galleria Civica che sotto l’esemplare direzione di Marco Pierini, ha saputo in questi anni far parlare di se’ per cura ed eccellenza attraverso mostre mai banali, ottimamente gestite e talvolta eccezionali, un vero miracolo a fronte di budget sempre piu’ risicati e la gratuita’ degli eventi.
A questo punto al Direttore Pierini non e’ restato altro che rassegnare le dimissioni, gesto piu’ che comprensibile ma che getta nel piu’ totale sconforto chi ha apprezzato il suo lavoro.
E’ giusto che questo si sappia e alla barbarie di pochi piccoli ma potenti, contrapporre la voce di molti, stanchi della loro cieca ottusita’. Sempre che di ottusita’ si tratti e forse e’ anche peggio.
Attenzione, non e’ il problema di una citta’ soltanto ma di un sistema che non ha piu’ limiti ne sponde per arginare la caduta verticale, percio’ coinvolge tutti, non solo i modenesi.
Lascio ora la parola a Marco Pierini con la lettera di dimissioni:
"Dopo quattro anni e mezzo si conclude, in anticipo sui tempi, la mia avventura alla Galleria civica di Modena. La repentina e imprevista risoluzione assunta dal Comune di destinare la Palazzina dei Giardini, da più di trent’anni spazio espositivo della Galleria civica, a sede del Villaggio del Gusto dal maggio all’ottobre del 2015, ha fatto maturare in me questa dolorosa decisione.
Non ritengo, nella maniera più assoluta, che un museo possa perdere, sia pure temporaneamente (anche se i nuovi inquilini hanno espresso l’intenzione di trattenersi oltre il tempo previsto) una sua sede e accettare che venga destinata a scopi non compatibili con la sua missione. Dopo 122 mostre organizzate senza soluzione di continuità alla Palazzina Vigarani sfrattare l’arte e accogliere i prodotti tipici (verso i quali non ho alcuna riserva, beninteso, anzi…) significa, a me pare, prediligere un’immagine di città a misura del turista consumatore, piuttosto che del cittadino consapevole.
Non potendo, se non a scapito dei miei convincimenti, farmi strumento di una visione della cultura che non condivido ho preferito, pertanto, rassegnare le dimissioni.
Ringrazio la città tutta per l’opportunità che mi ha offerto e per l’interesse con cui ha seguito le attività del museo. A fronte di un finanziamento che in cinque anni si è ridotto della metà il numero delle mostre è cresciuto progressivamente, con un incremento dei visitatori fino al record dell’anno in corso di 50000 ingressi. La valorizzazione della collezione ha comportato, oltre a una serie di mostre dedicate al patrimonio (spesso ‘esportate’ in altre sedi museali italiane e straniere), centinaia di nuove acquisizioni e la ripresa della catalogazione sistematica. Sono dati molto significativi, sebbene l’attività di un istituto culturale non possa essere valutata solo con parametri di carattere quantitativo.
Auguro alla Galleria un futuro ancora migliore, se lo merita la città che ho conosciuto, se lo merita uno staff competente e preparato che si è sempre speso senza riserve e con appassionata dedizione per dare concretezza ai progetti, alle intenzioni, talvolta persino ai sogni.
Marco Pierini
19 dicembre 2014"
Infine riporto le parole di Fabrizio Loschi, amico ma soprattutto artista, che riassume perfettamente la situazione
"Che uno spazio culturale divenga, per dinamica devolutiva, spazio commerciale (seppure di lusso) è cosa gravissima. Parlo, ovviamente, a titolo personale, sia come artista e ancor prima come modenese. Appoggio incondizionatamente lo sdegno del Direttore Marco Pierini e non posso che capire le ragioni delle sue dimissioni. Ma forse non dovremmo stupirci più di tanto visto che parliamo di una città che consegna una delle sue porte all’estetica grottesca di un "grappolone" o che… illumina con luci cambiacolore la fontana del Graziosi; convertendo, così, un simbolo cittadino a luminaria di basso livello, a paccottiglia. A Modena la politica ha perso da tempo, ma si è sostituita all’estetica da centro commerciale; un esempio su tutti l’abominevole parco natalizio di fronte al palazzo dell’Accademia. Oggi a nessuno interessa più la Modena colta, in grado negli anni di ospitare mostre straordinarie tra spazi pubblici e gallerie private. Erano tempi dove si litigava ancora tra artisti e intellettuali e si rompevano amicizie storiche per divergenze di opinioni. Erano tempi lontani e gli uomini credevano ancora di essere liberi. Oggi Modena è a malapena il simulacro del suo passato, un luogo cupo dominato dall’estetica tardo balcanica di supermercato di provincia; brutto al punto che, a guardare Piazza Roma e le sue tristi fontanelle, quasi si rimpiangono le macchine parcheggiate in ogni dove. Qui il problema non è il barocco, Wiligelmo o Zorio (solo un nome per citare una lunga tradizione espositiva) il problema è la città con tutta la sua storia. Abbiamo permesso ad una lunga serie di imbecilli di rappresentarci al peggio e un popolo che sostiene una classe politica di inetti è, nella migliore delle ipotesi complice. del resto se non sono male informato durante l’ultimo Festival della Filosofia il neo assessore alla Cultura era in vacanza.
Per favore quando vedete la pubblicità di Emilia Ripiena prima di tutto chiedetevi di cosa."
Pagina della Galleria Civica di Modena
Pagina Facebook Salviamo la Palazzina dei Giardini di Modena
Artribune sulle dimissioni di Pierini
Exibart sulle dimissioni di Pierini
Il Resto del Carlino