Pubblicato da fabrizio centofanti su ottobre 24, 2011
da qui
Si può morire in molti modi, credo,
chissà perché c’è un modo che fatichi
ad accettare, forse perché vivi
rischiando e quando rischi
ti sembra d’essere immortale,
perché la morte a ventiquattro anni
è un’amica troppo seria, noiosa
per i tuoi capelli ricci, per le tue
tute sgargianti, per le tue risate
di marziano veloce come il vento
dalla voce squillante, dal cavallo
sempre pronto a imbizzarrirsi, a fare
quello scatto di reni che lo porta
sulla luna, perché dopo l’impatto
dove puoi essere volato, Marco,
se non sulla luna dove rincorri
l’ultimo dei sogni, dove i riccioli
sono fatti di stelle e di pianeti,
dove non vivi se non sei un po’ matto,
dove si cade e si rimane in piedi.