Il circuito umano di Todeschini
Marco Todeschini visse gli ultimi anni della sua vita a Bergamo, dove morì il 13 ottobre 1988, dopo aver manifestato il volere di riposare nel suo paese natale,Valsecca, dove la sua lapide dice: ” Visse la sua vita per la scienza universale”.
Egli lavorò per tutta la vita alla sua originale teoria fisica unitaria, che chiamò “Teoria delle Apparenze”, o anche “Psicobiofisica”. In contrapposizione alle tesi della relatività einsteniana, viene rivalutato il concetto di “etere”, ovvero di un fluido sottilissimo responsabile di ogni moto e fenomeno dell’universo, dal mondo atomico alla cosmologia, comprese anche le realtà biologiche e psichiche.
La Scienza si è sempre orientata in un labirinto aggrovigliato di Sapere umano, attraverso i secoli, seguendo o le teorie dei filosofi o quelle degli scienziati in cui i fenomeni vengono da sempre,pertanto, fatti basare su due ipotesi principali tra loro nettamente contrastanti: il ‘pieno’ e il ’vuoto’. Chi ammette la prima ipotesi, accetta che le masse materiali dell’universo siano immerse in un fluido detto “etere” nel quale possono prodursi vortici e onde,come in uno stagno d’acqua. Cartesio spiegò su questa ideologia il sistema solare come un gigantesco vortice etereo in cui i pianeti sarebbero immersi e costretti a rivoluire intorno all’astro centrale, il Sole. Fresnel spiegò la natura ondulatoria della luce come un vibrare di tale mezzo fluido e più tardi Herz dimostrò che anche l’elettromagnetismo confermava l’ipotesi che lo spazio fosse pieno di un mezzo vibrante fluido(poiché si propagava per oscillazione). Marconi successivamente applicò a questo concetto la telefonia senza fili; anche Nikola Tesla parlava nelle sue teorie di “etere” e quindi di uno spazio pieno.
Chi appoggia la teoria di uno spazio ‘vuoto’, ammette che non vi sia assolutamente nulla attorno alle masse materiali dell’universo. In base a questa accezione, Newton spiegò come i corpi celesti potessero muoversi all’infinito perché non erano frenati da resistenze. Per farla breve, nel 1927 la scienza era giunta ad un bivio inammissibile: circa il 60% dei fenomeni si poteva spiegare solamente con l’ipotesi del pieno (etere) e il rimanente 40% solamente con l’ipotesi del vuoto. Scienziati tentarono progressivamente di risolvere l’antitesi che metteva in crisi la scienza. Heisemberg, ad esempio, fondava una teoria esclusiva per l’atomo (quantistica) con la quale si allontanava da quanto postulava Newton, e Schrodinger ammetteva un’onda astratta legata alla probabilità di trovare un corpuscolo in un determinato luogo, togliendo a questa onda un substrato fisico e quindi si rinunciava a spiegare come la vibrazione energetica si trasmette nello spazio vuoto e perché mantiene la stessa frequenza della sorgente che lo emette.
Una scienza che non sa spiegare i fenomeni e non ne sa ricavare le leggi, non è più scienza, diceva Todeschini.
Analizzando il fatto che né l’una né l’altra ipotesi (etere o vuoto) potevano portare a spiegazioni unitarie, dedusse che si dovesse trovare una terza ipotesi. In base a ciò, sviluppò un concetto molto interessante partendo dal presupposto che lo spazio non è da considerarsi una semplice “estensione geometrica” ma con una densità costante e dotato di mobilità come un fluido gassoso o liquido, e che alla luce di questo si potevano spiegare qualitativamente e quantitativamente i fenomeni naturali.
Gli scienziati, ammettendo uno spazio vuoto suscettibile di curvature variabili e sede di forze, gli hanno in effetti attribuito tutte le caratteristiche dinamiche di uno spazio fluido mobile e denso come quello concepito da Todeschini e la sua equipe.Egli infatti ha dimostrato che uno spazio vuoto, in cui ogni punto è reso inerte per applicazione di forze da parte del mondo spirituale(che potremo chiamare Intelligenza Universale), si comporta come uno spazio pieno avente densità costante, proprio come ogni altra sostanza materiale.
In poche parole, lo spazio privo di qualsiasi particella subatomica che noi riteniamo vuoto assoluto, per il fatto stesso di essere sede in ogni suo punto di “forze” oscure (intelligenti o spirituali o divine) diventa inerte, assume una massa, una certa densità, al pari della materia ovvero oppone resistenza ad essere posto in movimento o ad essere ritardato se già in movimento, così come si comporta lo spazio pieno.
Todeschini quindi ammette l’esistenza di uno spazio tridimensionale, fluido e denso e incompressibile. In base a questo, è giunto a postulare 10 equazioni generali, che contemplano tutti i movimenti dello spazio, nel quale si identificano i vari fenomeni naturali.
La meccanica con cui si verificano nel microcosmo (corpo umano) è la stessa del macrocosmo (universo).
Ha confermato sperimentalmente questi risultati, basandosi sul fatto che lo spazio fluido nelle sue azioni contro i corpi in esso immersi, è da considerarsi come un qualsiasi altro fluido, ad esempio l’acqua, salvo la loro diversa densità.
Lo spazio fluido ha, infatti, e secondo Todeschini, una densità pari a 9 x 10 elevato alla ventesima volte inferiore a quello dell’acqua.
Nessun fenomeno esiste se non è generato da un ‘movimento’ nello spazio in quanto sia la forza,la luce,il calore,il suono,il sapore,l’odore,ecc.sono sensazioni che sorgono esclusivamente nella nostra psiche allorchè quei movimenti di spazio incidono sui nostri organi di senso.
Ad ogni fenomeno fisico, costituito da un particolare moto nello spazio,corrisponde uno speciale fenomeno psichico costituito dalla sensazione suscitata dalla psiche allorchè quei movimenti di spazio incidono sui nostri organi di senso.
Ad esempio il suono è un fenomeno fisico se si considera la vibrazione atmosferica che lo produce,è invece un fenomeno psichico se si considera la vibrazione acustica che tale vibrazione produce nella nostra psiche allorchè viene a colpire la membrana del timpano dei nostri orecchi. Per il fatto che noi percepiamo direttamente il suono e non la vibrazione atmosferica che l’ha prodotto,siamo più certi dell’esistenza del primo, che è un fenomeno psichico, che della seconda,che è un fenomeno fisico.
Se noi vediamo, è perché la nostra psiche trasforma in luce le vibrazioni buie in arrivo dagli occhi al cervello…Tali sensazioni, se sono irreperibili nel mondo fisico,corpo umano compreso ,vuol dire che non vi occupano spazio sono ‘immateriali’, però sono attività di una psiche che deve essere di natura spirituale e che Todeschini identifica con l’ “anima”. Se le vibrazioni che giungono al cervello tramite linee nervose venissero ricevute da una mente “materiale”, questa non farebbe che vibrare e trasmettere gli urti ricevuti, mentre essa li trasforma in sensazioni immateriali. In questa maniera, è pacifica l’esistenza dell’anima umana.
all’International Kongres der Ufologes,a Wisbaden ,in Germania, il 2 novembre 1975 fu presentata una relazione da un gruppo di scienziati di varie nazioni che avevano assistito agli esperimenti e dopo aver studiato a fondo il dispositivo, sostennero che questo apparecchio ha le stesse caratteristiche e possibilità di quelli usati per la propulsione degli U.F.O. Il brevetto di tale motore fu depositato nel 1932 e rilasciato il 17 nov.1933 (numero 312496, rilasciato dall’allora Mninistero per le Corporazioni del Regno d’Italia). Questo ‘motore impossibile’è formato da un motore (che può essere di qualunque genere) collegato ad un sistema di ingranaggi e a due masse rotanti. Il dispositivo è in grado di generare una forza propulsiva autonoma, orientabile, senza necessità di trasmissione, tant’è che se venisse montato su un carrello con ruote,esso pur non essendo ad esse in alcun modo collegato lo farebbe muovere! Il principio va oltre le leggi della fisica comunemente accettate poiché permetterebbe di spostare un veicolo nello spazio, in qualsiasi direzione e senza espulsione di massa (come invece accade negli attuali missili astronautici).
Attualmente parlare di un motore a propulsione come quello ideato da Todeschini sconfina nel campo definito “PROPULSIONE NON NEWTONIANA”, che attualmente è portato avanti con successo dall’ A S P S Associazione Sviluppo Propulsione Spaziale, con sede a Roma e diretta dal dr.Emidio Laureti. L’Associazione, pur non nominando mai il prof. Todeschini, ha raggiunto i medesimi risultati e ha perfezionato proprio nel Marzo 2003 un prototipo che ha superato con successo vari test, e che ha chiamato TdS1.