In questo periodo di fioritura, VI secolo, dominerà la città una tirannide intraprendente che porterà avanti all’interno della polis, una politica di espansione architettonica cui si devono le grandi realizzazioni templari che resero monumentale il suo aspetto. Nel V sec. a. C. la città fu coinvolta in numerosi scontri con Segesta uno dei quali fu alla base dell’intervento ateniese in Sicilia: il molteplice intreccio delle vie della Storia comportò un tradimento da parte dell’antica alleata Cartagine nei confronti di Selinunte che capitolò dopo nove giorni di coraggiosa resistenza, nelle mani dell’ amica-nemica fenicia.
Dopo la sconfitta cartaginese della prima guerra punica nel 250 a.C., la popolazione fu trasferita dai Romani a Lilibeo ed il sito rimase deserto fino ai nostri giorni. Tale abbandono consente attualmente la possibilità di studio unica nel suo genere di una città greca antica le cui strutture appaiono meravigliosamente conservate. Il pur necessariamente brevissimo resoconto storico, consente di approcciarci a questo particolare sito archeologico consapevoli del ruolo giocato da una città greca di confine: proprio in forza di certe scelte storiche, si trovò a vivere in territorio nemico gestendo una politica lungimirante che la farà risplendere per il fascino delle sue strutture visibili ancora agli occhi di un contemporaneo, in quello che uno dei parchi archeologici più belli del mondo. La Sicilia può così ancora una volta vantarsi quale conservatrice di una memoria del passato unica. Quest’ultima carta che riporta la ricostruzione di quella che doveva essere la polis antica, aiuta un potenziale visitatore a muovere i passi in un territorio pieno di sorprese per chi desideri andare oltre i ‘ruderi’. La visita di un sito archeologico antico, infatti, non è un affare di poco conto: necessita di una grande volontà di sapere. Aristotele diceva che ogni uomo per natura e desideroso di sapere. Visitare uno scavo è come andare in palestra: chi vuole davvero allenarsi sa che c’è bisogno di un sacrificio. Così è la storia approcciata tramite la maggiore delle sue basi documentarie che è l’archeologia: armati di una buona guida e di tanta voglia di conoscere, Selinunte potrà offrire una palestra elegante e completa. Per ora finisce qui la nostra passeggiata tra i templi greci di Selinunte, sperando di tornare presto a visitarla, a bere il suo mare azzurro, a respirare i suoi cieli limpidi.
di Roberta Capodicasa
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