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Margaret Laurence, I rabdomanti, Nutrimenti editore. Il nostro libro del cuore della settimana

Creato il 29 novembre 2012 da Atlantidelibri

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Peccato se ne conoscano così pochi, peccato che l’”import” sia così esiguo: perché tutti gli scrittori canadesi che vengono tradotti in italiano lasciano buonissime impressioni! Se amate Alice Munro, con la sua capacità di introspezione, sarebbe davvero un delitto mancare l’appuntamento con Margaret Laurence, che viene considerata una sorta di “maestra” per la connazionale. Grande capacità di dare vita a ritratti umani sontuosi, e uno stile magnifico che sorregge con disinvoltura le sue opere.
I rabdomanti è l’ultimo libro di una sorta di ciclo narrativo costruito attorno all’esistenza femminile,in un ambito geografico ristretto; nello specifico, è una sorta di viaggio a ritroso dell’autrice stessa: protagonista è una scrittrice che volge il suo sguardo alle passate stagioni, al filo conduttore capace di unire vita e letteratura. Quel che si dice un indimenticabile ritratto femminile, capace di percorrere senza timore un sentiero fatto di asperità!

Margaret Laurence,
I rabdomanti, Nutrimenti editore
Traduzione di Chiara Vatteroni

Morag Gunn è una scrittrice affermata, quarantasette anni e cinque romanzi. Vive in una casa di campagna affacciata sul fiume: il vento che soffia in direzione opposta alla corrente è l’immagine del potere della memoria. Nell’attesa impaziente di notizie della figlia, partita per l’Ovest alla ricerca di sé, Morag si abbandona al vortice dei ricordi, raduna i frammenti di una vita – la sua vita – che si succedono come spezzoni di un film: desideri, dolori, incontri, conflitti, passioni. L’infanzia difficile, bambina orfana cresciuta in una famiglia umile della provincia; il desiderio di fuga, l’università. Poi l’amore, l’uomo sposato – il professore più grande di lei, la bella casa di città – e l’altro, il mezzosangue, il cantastorie, la sfida di Morag alle convenzioni. E infine la scrittura, quella rabdomantica ricerca del succo racchiuso dentro la scorza, accesso privilegiato al senso segreto delle cose.
Pochi hanno saputo descrivere come Margaret Laurence la condizione femminile, con ruvido rigore e tensione emotiva, scavando a più riprese nei recessi dell’autobiografia. I rabdomanti, ultimo romanzo dell’autrice canadese, quello in cui più emerge il sodalizio tra vita e letteratura, ci consegna un personaggio indimenticabile, la storia di una donna battagliera e orgogliosa, e del suo difficile percorso di autodeterminazione.

“Sontuosa la trama, meravigliosa la scrittura. Un libro poetico e vigoroso, con una delle protagoniste femminili più realistiche e ricche di umanità della narrativa contemporanea”.
The New Yorker

Margaret Laurence

Margaret Laurence (1926-1987) nasce a Neepawa, piccolo centro rurale nella provincia del Manitoba, in Canada, che le servirà da ispirazione per la città immaginaria di Manawaka, in cui è ambientata la saga di cinque romanzi che le ha dato notorietà internazionale. Dopo la laurea segue il marito ingegnere in Africa, dove vive per alcuni anni e inizia a scrivere. I riconoscimenti arrivano negli anni Sessanta con il ritorno in patria e la pubblicazione del primo romanzo del ciclo di Manawaka, L’angelo di pietra. Nel 1974 la saga si chiude con I rabdomanti, che le vale il secondo Governor General’s Award, il più prestigioso premio letterario del Canada, già ricevuto nel 1966.
Di lei Agostino Lombardo ha scritto: “Margaret Laurence, come Shakespeare, come Faulkner, ha un senso pieno della vita e dunque ha il senso della sua tragicità. Qui sta, io credo, il segno supremo del classico, ed è qui la svolta che la scrittrice fa compiere alla letteratura canadese (così come Hawthorne e Melville, a metà dell’Ottocento, l’avevano fatta compiere alla letteratura americana)”.



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