La margheritina, conosciuta anche come la margherita dei campi, è una pianta erbacea spontanea che cresce praticamente ovunque: dalle zone alpine a quelle marine, in collina, nei prati e nei terreni incolti. Il suo nome botanico completo è Bellis perennis L. Viene anche comunemente chiamata “Pratolina”. La pianta si presenta con un piccolo fusto rizomatoso interno, alto appena venti centimetri, foglie picciolate larghe, lievemente pelose e fiori composti da singoli capolini di colore giallo con numerosi petali di colore bianco, giallo e bianco rosato. La singolare caratteristica dei capolini è che si chiudono di notte, specie nelle giornate piovose e prive di sole, per riaprirsi di giorno e seguire la direzione della luce solare. Questi fiori non sono particolarmente profumati, anzi si può ben dire che non profumano affatto, ma sono stati molto conosciuti e apprezzati in epoca rinascimentale quando vi si attribuivano proprietà medicinali poi bandite perché si credeva che avessero effetti abortivi. Ci sono voluti gli studi della moderna
omeopatia per riportare la margheritina al centro dell’attenzione per quanto riguarda le sue proprietà officinali. A questo scopo si usano la radice, le foglie e i fiori che si possono raccogliere praticamente tutto l’anno. Alcune fonti suggeriscono di raccogliere i fiori all’inizio della fioritura, compresa tra marzo e giugno. Dopo la raccolta, fiori e foglie si fanno essiccare all’ombra e si conservano in recipienti di vetro o di porcellana.
La margheritina come pianta officinale è stata a lungo trascurata e ciò perché in passato (XVIII secolo) si credeva che avesse proprietà abortive. Successivamente queste “cattive” proprietà furono smentite lasciando il posto ad altre proprietà officinali, come quelle toniche, diuretiche, antinfiammatorie, depurative, espettoranti, sudorifere e cicatrizzanti. La margheritina contiene saponine ( a cui in passato erano attribuiti gli effetti abortivi), olio essenziale, mucillagini, tannini, un principio amaro, acidi organici e resina. I fiori contengono anche cosmosiine che sono dei flavonoidi. Tutti questi costituenti permettono di usare gli estratti di margheritina per ottenere effetti diuretici, per depurarsi e per regolare le funzioni intestinali. Esternamente la margheritina ha dimostrato proprietà cicatrizzanti, tanto che in passato veniva esclusivamente usata per questo motivo. Associata agli estratti di altre
piante ( da abbinare solo dietro consiglio del medico) sembra aiuti a stimolare la funzionalità epatica e favorire la digestione. La moderna omeopatia utilizza la margheritina con gli stessi scopi dell’Arnica, ovvero per curare traumi e contusioni del seno, del piccolo bacino e del coccige.
Gli estratti di margheritina si assumono sotto forma di infuso e di tintura madre. Quest’ultima si ricava dalla lavorazione della pianta intera fresca. L’infuso si prepara aggiungendo due grammi di fiori in 100 ml di acqua. La dose consigliata per via sistemica è di una, due tazzine a digiuno. L’infuso di fiori si beve per depurare l’organismo, per ottenere un blando effetto lassativo e per stimolare la diuresi. L’infuso si può usare anche per delle applicazioni esterne in caso di ferite della cute e mucose arrossate. In tal caso la dose di fiori per l’infuso è di cinque grammi in 100 ml di acqua. Per curare le parti interessate si applicano delle compresse imbevute di infuso. Per applicazioni esterne e sempre per avere effetti cicatrizzanti, lenitivi e astringenti si può usare anche la polpa di fiori o di foglie. Le parti della pianta si mettono in una garza e si poggiano sulle zone interessate. Le proprietà rinfrescanti e disintossicanti della margheritina trovano impiego anche nella cosmesi, applicando gli estratti della pianta per detergere la pelle macerata dal sudore, schiarirla e decongestionarla. Le foglie ancora giovani e fresche si possono anche mangiare ad insalata, anche se il sapore è un po’ insipido e va condito con altre essenze. Gli estratti di margheritina si possono assumere anche sotto forma di tintura madre. La dose ideale è di 30 gocce diluite in acqua per tre volte al giorno. La tintura madre di margheritina si assume per stimolare la funzione fisiologica del microcircolo. La tintura madre si può usare anche per applicazioni esterne, cioè per fare degli impacchi. La dose consigliata è di una soluzione di tintura madre al 20, 30% in acqua sterile o soluzione fisiologica.
Il costo dei prodotti a base di margheritina varia in base alla loro forma farmaceutica. Una confezione di gocce di tintura madre in soluzione alcolica costa circa 24 euro. In commercio si trovano anche numerose preparazioni “omeopatiche” a base di estratti di margheritina, ( compresse, gocce) il cui costo va da sei a undici euro. Più accessibile il costo dei fiori secchi per tisane, che si trovano in farmacia ed
erboristeria. Confezioni in bustine costano da cinque a sei euro. I composti per tisane si possono anche comprare nei siti di e-commerce, anche se trovare fiori secchi di margheritina è più difficile rispetto ad altre specie vegetali e ciò perché l’uso fitoterapico della margheritina è caduto in disuso, mentre è più diffuso l’utilizzo omeopatico.