Forse perché ultimamente il blog langue per ragioni direttamente proporzionali agli impegni lavorativi.
In effetti per una grande parte della mia vita, il mio lavoro è stato una sorta di dipendenza. Non riuscivo a smettere di pensarci, neanche una volta chiusa a chiave dietro le mie spalle la porta dell'agenzia.
Per lunghe notti sono stata in ansia pensando a clienti in viaggio o magagne da risolvere.
Succede che si resta agenti di viaggio anche quando viaggiamo per nostro piacere, quando ci abbandoniamo alla scoperta.
Succede che la prima cosa che ti viene da pensare è "devo assolutamente proporre questo luogo ai miei clienti", oppure "la colazione in quest'hotel è pessima" e via dicendo.
Io vendo viaggi e nell'immaginario collettivo, faccio un lavoro ganzo.
Mi piacerebbe portare un po' dei sogni che vendo ogni giorno negli spazi di questo blog.
L'ho fatto già in passato, ma poco fino ad oggi, ed avrei così tante storie da raccontare.
Mi piacerebbe riuscire a farlo periodicamente, magari in una rubrica ma ultimamente sono scostante in tutto e devo cogliere l'attimo.
Quindi è probabile che mi metta a parlare di viaggi senza tregua per le prossime settimane e poi mai più.
Voglio cogliere l'occasione di un bellissimo week end appena trascorso in uno di quello che chiamo "i miei posti", intendendo per "miei posti", tutti quei luoghi in cui sono rimasta vittima del famigerato "coup de foudre" (alla fine, non so perché, mi innamoro sempre di ogni posto in cui vado).
L'occasione di raccontarvi un posto incantato che ha mantenuto un fascino "fin de siècle" anche grazie alle numerose tracce di art dicò che si trovano negli edifici che costellano il lago.
La prima tappa è sicuramente una visita all'Isola Bella e l'Isola di Pescatori, le più importanti delle isole Borromee. Personalmente amo l'Isola dei Pescatori per il suo carattere ancora integro e sincero. Vicoli stretti, scale arrampicate su ballatoi in legno, angoli romantici non premeditati, fiori e azzuro, barche a riposo e sassi bianchi.
Il battello della Navigazione Lago Maggiore parte con estrema frequenza da Baveno o Stresa, ma esistono anche compagnie private che per un importo poco più alto, fanno la spola tra le tre isole con motoscafi e spostamenti più veloci.
Questo itinerario vi porterà via un'intera giornata ma sarà ben spesa.
Le Margheritine di Stresa altro non sono che l'evoluzione dell'Ovis Molis ma presentate con un aspetto charmant per omaggiare una regina.
Le forme sono molteplici ma io ho voluto replicare quella della pasticceria Marcolini, che mi piace particolarmente perché è l'esempio della semplicità. Una piccola ruota con un foro al centro in cui si raccoglie lo zucchero a velo con un effetto assolutamente incantevole.
La ricetta migliore del web è quella di Pinella.
Il risultato finale è estremamente simile agli originali, se posso dire ancor più friabile. Io amo la frolla sabbiosa e impalpabile che si ottiene con l'uso dei tuorli sodi. Migliora con i giorni ed è una coccola irresistibile, con e senza tea. Io non faccio differenze.
La parola d'ordine è però: burro di qualità.
Non trascurate questo dettaglio. Il sapore perfetto non è tanto l'uso corretto degli aromi, quanto l'utilizzo di un burro perfetto.
250 g di burro120 g di zucchero a velola scorza grattugiata di 1/2 limoneun pizzico di sale4 tuorli di uovo sodo tritati finemente e passati al setaccio200 g di fecola di patate200 g di farina 00mezza bacca di vanigliaTirate fuori il burro dal frigo almeno mezz'ora prima o meno in periodi caldi. Non deve essere troppo morbido. Cuocete i tuorli separatamente dagli albumi. Rompete l'uovo, separate l'albume e mettete il tuorlo in una piccola ciotola e versatelo con estrema delicatezza in una casseruola piena di acqua fredda. Fate così per tutte le uova. Accendete la fiamma e portate a ebollizione, quindi spegnete e fate raffreddare l'acqua con i tuorli dentro. I tuorli si cuoceranno alla perfezione. Mettete il burro tagliato a dadini nella ciotola della planetaria quindi aggiungete lo zucchera a velo ben setacciato, i semini di vaniglia e la scorza grattugiata finemente del limone.Impastate con la foglia fino ad ottenere un impasto omogeneo.Passate bene i tuorli al setaccio e cominciate aggiungendo un cucchiaio di tuorli al composto di burro e zucchero, poi dopo aver mescolato con cura, aggiungete il resto. Il composto diventerà bello giallo e uniforme.Prendete la farina e la fecola e setacciatele due volte quindi aggiungetele al burro e velocemente impastate per ottenere una palla. Avvolgetela nella pellicola e fatela riposare almeno mezzora o più (io ho dovuto lasciarla più a lungo).Stendete la frolla sulla spianatoia aiutandovi con pochissima farina per non modificare l'impasto. Stendetela non più sottile di 1 centimetro, siate generose: questi biscottini sono favolosi quando sono belli consistenti.Con un tagliapasta di 4/5 cm di diametro, ricavate le vostre margheritine e con la punta stellata di una bocchetta per sac a poche, (dalla parte della punta), fate l'avallatura al centro dei biscotti. Raccogliete i ritagli e cercate di rimpastarli senza lavorare troppo la pasta, quindi ricominciate da capo fino alla fine dell'impasto. Prima di cuocerli, è buon uso ripassarli in frigo per almeno una 20n a di minuti in modo che il burro si riprenda.Cuoceteli su taglie coperte di carta da forno preriscaldato a 180° per c.ca 10 minuti. A me ne sono serviti 14. I biscotti non si devono dorare. Controllate la base, e quando è dorata, potete toglierli. Sopra devono restare belli bianchi. Non li toccate fino a che non sono freddi. Una volta freddi, spolverateli con abbondate zucchero a velo e conservateli in un contenitore ermetico.