Oggi sono triste, perché la televisione italiana ha toccato un fondo ancora più basso non solo di quanto avevo già visto, ma di quanto potevo temere possibile. Mi è capitato di scoprire che adesso Uomini e Donne di Maria De Filippi esiste anche in una versione in cui a “corteggiarsi” sono ultrasessantenni…
Allora, già Uomini e Donne, per quel poco che sono riuscita a stomacare di tanto in tanto, è una galleria delle peggiori volgarità, sopraffazioni, banalità e generiche schifezze dell’animo umano. Il cattivo gusto e l’aggressività esibiti, esaltati, discussi, premiati, presi a modello. Uno schifo totale, così orrendo che non fa neanche ridere come tante cose pessime televisive. Fa piangere, a pensare come condiziona milioni di italiani. Ma utilizzare degli anziani in questo spettacolo immondo è qualcosa che dovrebbe essere punito con… non so. Non mi viene in mente niente di abbastanza punitivo.
Ad un livello superficiale, si tratta di aprofittare di questi vecchi grotteschi, addobbati come se avessero vent’anni, che si comportano come se avessero vent’anni, per far ridere il pubblico a casa. Il punto è che non si rendono conto di essere patetici, ridicoli. E’ come quando un’intera comitiva si prende gioco di una persona ignara, talmente felice di essere al centro dell’attenzione che continua a ripetere proprio quel comportamento per cui tutti la stanno prendendo per il culo. Come si chiama questa? Crudeltà.
E’ possibile che delle donne e degli uomini più che maturi non si rendano conto che vestiti attillati e sbriluccicosi di pessima fattura, corsetti e occhialacci da sole, tette al vento, ballettini improvvisati, e chi più ne ha più ne metta, non li rendono sexy e “giovani”, ma semplicemente orrendi? Io non ho niente contro la gente di ogni età che si diverte, anzi! Ma un conto è ballare ad una festa in compagnia, o vestirsi allegramente, un conto usare balli e abiti come richiami sessuali fuori tempo massimo, con l’effetto di bruttura e ridicolo che ne consegue.
Già ridurre l’amore e l’innamoramento ad una polemica pubblica, a una serie di clichè mocciani, è squallido, ma quando a farlo sono persone a cui la vita avrebbe dovuto insegnare un po’ di dignità, e non ventenni esibizionisti, è ancora più grave. Immagino come si rivolteranno nella tomba i mariti e le mogli morti di questi anziani, a vedere i loro vedovi che si promettono notti bollenti o fughe d’amore IN TELEVISIONE.
E qui arrivo al mio punto: l’età. E’ già stato detto e ridetto che la tv berlusconiana ha creato un’Italia frivola, maschilista, grezza e superficiale. Un paese rincoglionito da un sogno edonista che è in realtà un incubo di cattivo gusto. Anche questo Uomini e Donne over 60, o quello che è, è un prodotto del berlusconismo. Il rifiuto dell’invecchiamento, la ricerca dell’eterna giovinezza, l’inalienabile diritto ad un piacere consumistico e volgare… questo è Berlusconi, questa è la sua televisione, questo è il suo paese.
Mi si dirà: facile per te, che hai ventisei anni, scagliarti contro chi non è più giovane ma reclama il diritto al piacere. Intanto, io posso difendermi dicendo che sono bacchettona già adesso. Trovo l’esibizione esasperata e volgare del corpo, ridotto a degli stereotipi immediatamente riconoscibili e suscitanti desiderio sessuale pavloviano (tette rifatte, pettorali lucidi e iperscolpiti, scarpe da battona, culi tondi e sodi in primo piano a ora di cena), un incubo moderno. Penso che la bellezza, l’attrazione sessuale, la vitalità del corpo, debbano manifestarsi in modi molto più variegati, dignitosi e intimi di così. Detesto le veline, la pornografia, le foto di maggiorate o supermachi attorno a cui sbavano i miei amici e le mie amiche su facebook. Tanto quanto odio l’esibizionismo, rivendico la libertà di gestire autonomamente il proprio corpo, trascendendone l’uso esclusivo e automatico di richiamo sessuale. Come dicevano i monologhi della vagina: “la mia minigonna non ha niente a che vedere con te.” Magari mi piace solo sentire il vento sulle gambe nude.
E poi, un’altra cosa che, da brava bacchettona, disapprovo, è l’incapacità di accettare l’età che avanza. Penso sia difficile per tutti, io urlerò magari alle prime rughe, ma non si può vivere in un’eterna giovinezza. La salute, l’entusiasmo, il divertimento, le emozioni forti e la profondità dei legami umani, non sono prerogative di nessuna età, anche se variano con il tempo. Di sesso non parlo perché ne parlano sempre tutti e mi ha dato la nausea.
Ma a cinquant’anni non si è le stesse persone che si è a quindici! Ed è giusto e bello che sia così! Se no che viviamo a fare? Come i pesci rossi? Perché tutti dicono: ho quarant’anni, ma me ne sento venti? No, cazzo. Io a quarant’anni voglio essere sana e in forze, ma voglio sentirmene quaranta, perché, se ci arrivo, la vita mi avrà insegnato qualcosa, sarò più prudente su alcune cose e più esperta su altre, o no? O sarò l’oca che ero a diciotto?
Concludo citando due donne. Una è Anna Magnani, che a quanto pare, al truccatore che le copriva le rughe, disse: ” Lasciamele tutte, non me ne togliere nemmeno una, ci ho messo una vita a farmele .” L’altra è mia nonna, una donna straordinariamente vitale, che ai miei occhi è riuscita a trovare un equilibrio tra passato, presente e futuro quasi perfetto (quasi!). Ridendo di qualcuno che ha cercato di offenderla dandole della vecchia, ha risposto: “Ho ottantatrè anni, a ottantatrè anni uno è vecchio.”
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