Maria Oliveri vicepresidente “Il Genio di Palermo” ci conduce oggi a visitare la cripta Lanza, e il sarcofago della famosa Baronessa di Carini

Creato il 07 marzo 2016 da Goodmorningsicilia

Baronessa di Carini

E’ una splendida mattinata di sole e mi accingo con la mia amica Maria, che fa parte della Associazione “Il Genio di Palermo ” che  si diletta anche a fare da “Cicerone” ai tanti turisti che affollano Santa Cita e la vicina Chiesa di San Mamiliano che fu vescovo martire, la Chiesa, una delle più belle di Palermo, è  dell’inizio del 1600.Dietro l’altare si trova l’arco del Gagini che rappresenta storie della vita di Santa Cita, sono raffigurati anche vescovi e prelati e lateralmente sulla destra, la Cappella del Rosario realizzata con marmi policromi; si possono ammirare bassorilievi di Gioacchino Vitagliano, cognato del Serpotta; questa Cappella eseguita su modello in creta del Serpotta ed affreschi di Pietro Dell’Aquila. Ancora ,sulla destra della Cappella di Santa Rosalia, dove si può ammirare la statua della Madonna della pietà, attribuita a Giorgio da Milano tardo 1440), e l’arco del Gagini che raffigura l’imperatore Ottaviano e la Sibilla cumana. La Cappella ospita anche la tomba di Caterina Platamone e  di Giuseppe Platamone. A Sinistra dell’altare, si trova la Cappella Lanza. Da subito l’occhio cade sul maestoso sarcofago di Ottavio Lanza (simile a quello di Federico II );esso è in porfido rosso simbolo dell’imperatore, quello di Ottavio Lanza in pietra grigia di Billiemi. Accanto ad Ottavio, Dorotea, la figlia che aveva sposato il Principe di Valguarnera. Il sarcofago è realizzato con marmo che non esiste più, il libeccio, che si estraeva dalle cave di Custonaci (TP).

Di fronte codesto sarcofago di Dorotea è posto un altro sarcofago, datato intorno al 500, ma ignoto. Completa la Cappella Lanza il sarcofago di Ercole Branciforte, genero di Ottavio, perché  aveva sposato la figlia Agata ,in seconde nozze.

La Cripta Lanza è per molti aspetti misteriosa,  quando è avvenuto il ritrovamento ?

Cripta Lanza

Immaginate lo stupore di quegli operai, che un giorno di un anno non troppo lontano (1997), mentre stanno ristrutturando una vecchia chiesa del centro storico di Palermo, si imbattono in qualcosa di inaspettato. Il pavimento della cappella Lanza, sotto i colpi ben assestati dei loro attrezzi di lavoro, cede e crolla, rivelando un una scala ripida che conduce in un locale sotterraneo. Due operai scendono i gradini, con un misto di timore ed emozione, illuminati dalla sola luce di una torcia. Ai loro occhi, che pian piano si orientano nella semi oscurità, si presenta un piccolo vano, stipato in modo confuso di oggetti: un altare frantumato in più punti, colonnine staccate, tessere di marmo sparse sul pavimento, dei puttini di marmo e una statua della Madonna in un angolo. Ci sono delle tombe nel vano del sottoscala. Dappertutto disordine di macerie. La cripta della famiglia Lanza riappare casualmente, dopo essere rimasta interrata per chissà quanto tempo.

Ma perché è scomparsa e quando? Conteneva opere di pregio e di interesse artistico e culurale? A chi appartenevano le tombe ritrovate?