La storia, si sa, la scrivono i grandi uomini. Certe volte capita però che la scrivano pure delle grandi donne, il che rende ancora più godurioso il doverla studiare. Ma soprattutto, la storia, nel bene e nel male, la scrivono i regnanti. Perché del pastore Prezzemolino non sapremo mai nulla, così come non sapremo nulla del suo impegno nel portare la pascolo le pecore. E mio padre, con le sua manie comunistoide, continua a smenarla che i ricchi e i sovrano dovrebbero morire tutti, ma perosnalmente credo che pure loro abbiano le loro gatte da pelare. Certo, sono gatte abbastanza spelacchiate e lo devono fare da seduti, ben comodi, ma manco la loro vita deve essere un totale idillio. Specialmente per una tizia come Maria Antonietta, detta anche Madame Deficit, una delle regnanti che sotto un leggero velo di antipatia mi ha sempre infuso una certa pena. Pena che in minima parte è stata riversata anche in questo film.
Si parla, come avrete intuito dal titolo, della vita della regia Maria Antonietta, dal suo arrivo a Versailles fino alla rivoluzione francese.Quando vidi questo film non sapevo ancora cosa pensare di Sofia Coppola. Per me era l'ennesima figlia di una superstar del cinema che cercava di far vedere al mondo che pure lei valeva qualcosa [oltre al fatto di essere una gran gnocca], anche perché non avevo ancora visto un abominio come Somewhere e per me rimaneva solo l'idola di certi alternativi di 'sto cazzo che non facevano che infognarsi per Il giardino delle vergini suicide. Però vedere l'idola dei teen alle prese con un film che parla del periodo teen di una delle tizie più scalognate del suo tempo, mi incuriosiva parecchio, quindi perché negarci una visione con questo film? Che non è male, sia chiaro, ma forse la bella/brava/fatevobis Sofia aveva un po' di confusione. O sarà che forse è proprio il genere stesso a non prestarsi particolarmente a certe sperimentazioni, fatto sta che certe entrate dei Killers e dei Franz Ferdinand mi lasciano ancora abbastanza stranito, così come il vedere delle All Star su una delle guardie regie di Versailles. Però son scelte stilistiche forse non condivisibili ma che, per certi versi, possono avere una loro logica. Per il resto sono le scenografie ed i costumi a farla da padroni, due elementi davvero preponderanti nell'insieme e che danno un tocco in più allo stile visivo della Coppola, che altrimenti ho da sempre trovato abbastanza piatto e grandangolare. L'intento del film però non è quello di darsi al mero manierismo, ma di analizzare nell'intimo e nel privato la vita della Maria internazionale, cercando di scavare nei suoi dilemmi di bambina che si ritrova in una realtà più grande. Per questo il suo pianto mentre si separa dal cagnolino l'ho trovato un momento davvero triste (nel senso positivo del termine), così come mi hanno colpito in maniera benigna tutti i rituali di Versailles, trattati con un'onnisciente ironia che ne enfatizza il ridicolo esistenzialismo. Il film così procede come se fosse una commedia adolescenziale - perché i giovani vanno coinvolti, eh... - ma quando la Storia più drammatica entra in scena, si nota una certa stonatura che non lega bene tutto l'insieme. Così come alla lunga una formula simile arriva a stancare, creando soprattutto nella seconda metà delle parti morte davvero difficili da digerire che rendono il ritmo complessivo abbastanza sbilenco. Si nota un brusco cambio di registro, come se la Coppola volesse all'improvviso fare ancora di più la brillante, senza però riuscirvi. Si ha così l'impressione di un film nato per gioco e portato avanti col medesimo impegno, arrivando a una conclusione forse troppo frettolosa ma che, proprio per via della sua brevità, da un certo senso di ineluttabilità che sembra cogliere pure i potenti. Si ha quindi sulle spalle tutta l'infelicità di una regina diventata tale troppo presto e che non ha saputo godere appieno di quelli che erano i suoi veri diritti di donna, entrando così in un circolo vizioso che ha portato lo scatenarsi degli eventi. Forse il film non indaga sull'aspetto più cattivo e oscuro della giovine [la battuta sulle brioche è liquidata abbastanza in fretta] e quindi risulta poco credibile per questo, perché si può essere innocenti fino a un certo punto, specie se si vive in certi ambienti. Resta però la buona interpretazione di quella bona di Kirsten Dunst, che si da a dei piacevoli atti di micro erotismo, anche se purtroppo in più di un punto viene affiancata da Asia Argento.Un film abbastanza statico che sta sulla statica zona dell'indecisione. Facciamo tre stelle, così alla fine riusciamo a far contenti tutti.Voto: ★★★