Marie heurtin - dal buio alla luce

Creato il 06 marzo 2016 da Veripaccheri
Marie Heurtin
di Jean Pierre Ameris
con Isabelle Carre, Ariana Rivoire,  Francia, 2014 genere, biografico durata, 90'



La malattia come diversità è uno dei temi su cui la società civile è chiamata a confrontarsi per dimostrare di essere tale. Il cinema da questo punto di vista alterna opere di forte impegno e profondità, con prodotti che tendono a spettacolarizzare gli aspetti più drammatici della questione. Una ricerca che, in entrambi i casi coincide con la presenza d'attori che anche nella vita reale e non solo nella finzione sono portatori dell'handicap che devono interpretare. Il risultato è un circuito emotivo che finisce per condizionare lo spettatore, portato a considerare il film dal punto di vista sentimentale piuttosto che da quello artistico e cinematografico. In questo senso "Marie Heurtin" può considerarsi un ibrido di buona fattura perché oltre a una trama lineare, tratteggiata con sensibilità ma anche attenta a mantenere alto il pathos con i topos del genere, il film di Jean-Pierre Ameris può contare sulla straordinaria bravura delle due interpreti: Arianna Rivoire, attrice che interpreta Marie, la ragazzina cieca e sordomuta, che i genitori affidano alle cure dell'istituto religioso, e Isabelle Carrè, la suora che, vincendo lo scetticismo generale le insegnerà a parlare insegnandole il linguaggio dei segni. Tenendo conto del conflitto d'interessi che il film si porta dietro (a parte la cecità la Rivoire soffre degli stessi svantaggi del suo personaggio) e del contesto mistico e spirituale in cui si svolge la vicenda il merito più grande di "Marie Heurtin" è quello di aver evitato l'agiografia mantenendo il percorso di "liberazione dal male" lontano dai miracoli e dalla metafisica, e in ogni momento attaccato alla forza della volontà e agli aspetti più vitali dell'esistenza umana.

pubblicato su ondacinema.it

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :